La puntata di Report trasmessa ieri sera da Rai3, con una settimana di differita rispetto all’originaria programmazione, sembra non lasciare dubbi: i proprietari del Milan, o almeno coloro che detengono la maggioranza delle quote della controllante lussemburghese del club rossonero, sono i due consiglieri d’amministrazione Salvatore Cerchione e Giuseppe D’Avanzo.
Chi sono. Nessuna dichiarazione ufficiale da parte loro. Nessun profilo social. Niente che possa far parlare (nel bene o nel male) delle loro vite, personali e professionali. Certo, possiamo comunque tracciare i curricula di entrambi. Di Cerchione, nato a Napoli il 27 aprile 1971, sappiamo che ha ruolo in Palladio spa e Cipriani Downtown Ibiza. Sappiamo anche che è laureato in ingegneria elettronica e telecomunicazioni a Napoli e che, successivamente, ha frequentato la Columbia Business School di New York. E’ stato negli anni vicepresidente della banca d’affari Morgan Stanley, passando poi al fondo di investimento D.B. Zwirn & Co dando poi vita alla Blue Skye che sta all’origine dell’intricato labirinto di società che controlla oggi il Milan. Napoletano è anche Gianluca D’Avanzo, classe 1975, prima bocconiano e studente modello alla London Business School. E’ consigliere di Hotel Palladio Spa e Domec Spa, con un passato in Lehman Brothers e in Bc Partners. Quindi vicepresidente del fondo D.B. Zwirn, lo stesso dove lavorò Cerchione.
Chiarimenti. Al di là dell’agenzia Ansa della scorsa settimana, attribuita ad una fonte di Elliott, e sempre al di là dei documenti presentati dall’avvocato Felice Raimondo, in procinto di pubblicare un libro sul passaggio della proprietà da Yonghong Li al fondo americano (e a Cerchione e D’Avanzo), un grande club dal passato glorioso come il Milan merita semplicemente una nota ufficiale di chiarimento. Ai tifosi, ovviamente, interessa soprattutto che la squadra possa tornare ai livelli che le competono. Ma la passione che li muove esige ormai una parola chiara su un ingarbugliato gioco di “scatole cinesi” che governa oggi l’Ac Milan. MilanPress, anche a costo di farsi inondare di insulti via social (e non solo), ha sempre ha tenuto vivo il focus sul tema, grazie al direttore Christian Pradelli e alla collaborazione con Cristiano Ruiu (qui il suo video-racconto).