D’estate si chiama calcio d’agosto. Quelle partite, o meglio sgambate, che tra un allenamento e l’altro della preparazione iniziano a far assaggiare il campo prima della stagione vera e propria. Questo inverno, come già detto più volte, stiamo vivendo la stessa cosa ma non al caldo sotto l’ombrellone bensì al classico freddo del periodo prenatalizio. Ritiri, allenamenti, carichi pesanti e poi le prove generali in partite amichevoli.

Amichevoli sì, ma solo di nome. Il blasone di alcune squadre che si affrontano tra loro è infatti talmente grande da far pensare a tutto meno che ad una partita amichevole. Per intenderci, chi è che può anche solo minimamente considerare amichevole una partita tra Milan e Liverpool? Nessuno. Questa è la risposta. Ed anche quando in palio non c’è nulla – inutile cercare di introdurre gironi, punti in classifica, calci di rigore come una vera e propria competizione – chi vince festeggia e chi perde ci rimane male. Con le dovute proporzioni, certo, ma è sempre così.

In queste prime due giornate della Dubai Super Cup il Milan è rimasto all’asciutto nel confronto con Arsenal prima e Liverpool poi, riuscendo ad avere la meglio solo nella lotteria dei rigori contro i Reds che conta meno del punticino in classifica conquistato. 2-1 e 4-1 questo il verdetto dei 180 minuti giocati. Due gol fatti e sei subiti. Formazioni sperimentali certo, ma pur sempre risultati che fanno pensare.

Se mai ce ne fosse stato il bisogno, queste due amichevoli hanno acuito quella che da un po’ di tempo è la differenza tra Premier League e Serie A. Quell’impietoso confronto che ogni anno spunta fuori quando le italiane vengono eliminate dalla Champions prematuramente e quando le urne dei sorteggi sono poco popolate dalle squadre del nostro Paese a discapito di quelle oltremanica ma non solo.

Tutto, o quasi, parte da un discorso economico che viene esteso alla tecnica, tattica, ai giovani ma che poi viene sempre ricondotto lì. Più del doppio il fatturato che ogni anno un campionato come la Premier League mette a referto rispetto alla Serie A. Una differenza che si fa trovare puntuale ad ogni sessione di mercato e non solo.

Il Chelsea che si assicura Nkunku per il prossimo anno ad una cifra vicina ai 60 milioni di euro è solo l’ultimo in ordine cronologico degli affari di lusso della Premier. In Italia se non con plusvalenze fittizie e bilanci gonfiati, trattative di questo genere sono sempre meno all’ordine del giorno ma soprattutto nelle possibilità – economiche e non – di massimo due o tre club.

Infine subentra un altro grande tabù del calcio nostrano. Le riserve, o meglio le seconde linee che perlopiù sono composte da giovani o giocatori esperti e un po’ in avanti con l’età che non riescono a ritagliarsi un posto da titolare. Proprio questo è stato l’aspetto che più di ogni altro ha contraddistinto il doppio confronto. Le riserve dell’Arsenal e del Liverpool sono più forti di quelle del Milan. La sentenza che viene fuori da queste due amichevoli è questa. Con buona pace di chi dice che le amichevoli non servono a nulla. Ha ragione? Forse sì, ma i problemi spesso emergono anche dal nulla.