L’arbitro Fabio Maresca della sezione di Napoli è intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io Sport su RAI Radio 1 e ha parlato di tematiche calcistiche legate al mondo arbitrale. Tra gli argomenti anche un accenno al match di Supercoppa Italiana da lui diretto a Riyad tra Milan e Inter.
“Ora il VAR è imprescindibile. Sorrido quando se ne mette in discussione l’utilizzo, per noi è irrinunciabile, garantisce la verità del campo. Uno strumento che consente a un arbitro di correggere un errore che potrebbe incidere sul risultato è una manna dal cielo, non può mai essere considerato un elemento di disturbo per il direttore di gara. Non c’è nessun problema nella relazione arbitro-VAR, anzi è un lavoro continuo di analisi e collaborazione che permette alla squadra arbitrale di ottenere il risultato migliore possibile. Sono stati fatti tanti passi avanti e dal prossimo weekend, col fuorigioco semi automatico in Serie A, avremo un ulteriore mezzo per velocizzare il gioco e per rendere ancora più chiare le nostre decisioni“.
Sul ruolo del guardalinee con il fuorigioco semi automatico: “In questo senso la finale di Riyad è stato un grande spot per lo strumento ma anche per gli assistenti. Sul gol di Dimarco il guardalinee Stefano Alassio ha preso la decisione corretta, ed era difficile, era una questione di millimetri. Poi la macchina ha solo confermato la decisione sul campo. In più gli assistenti non sono solo deputati alla segnalazione del fuorigioco, ma sono degli arbitri aggiunti, auguro a loro che saranno sempre fondamentali come adesso“.
Sulla direzione intrapresa dal calcio: “È sempre più chiara: l’obiettivo comune è avere più gioco effettivo, vedere meno interruzioni, ridurre al minimo le pause e quindi fischiare meno falli, spezzettare meno il gioco. Chiaramente questo non può non tener conto dell’altro obiettivo, quello di proteggere i calciatori. In ogni partita ci sono più partite: può esserci un momento della gara in cui è possibile lasciar scorrere il gioco e fischiare poco, poi ci sono dei momenti in cui il tono agonistico sale e bisogna interrompere più frequentemente il gioco. Vogliamo fischiare il meno possibile, dipende anche dall’atteggiamento dei calciatori e dalla cultura del campionato“.