Lunga intervista al canale tematico Milan TV, da parte dell’ex centrocampista Massimo Ambrosini, che ha raccontato tanti aneddoti della sua carriera in maglia rossonera: “L’arrivo al Milan è stato un momento molto particolare. Avevo scelto un procuratore da un mese, perchè avevo 18 anni: a quel tempo il procuratore si prendeva a 18-19 anni se avevi la possibilità, ora ce l’hanno già a 13 anni. Ero a casa mia a Pesaro e il mio procuratore entrò in casa e la prima cosa che disse, dopo essersi presentato ai miei genitori fu: ‘Vedo che siete una bella famiglia e siete molto attaccati a vostro figlio. Godetevelo quest’anno perchè dall’anno prossimo non ci sarà più’. Sia i miei genitori che io rimanemmo un po’ così, ma è stato un momento particolarmente bello“.
Ambrosini prosegue: “La partita indimenticabile Milan-Ajax del 2003: una partita difficile contro una squadra forte, in cui siamo riusciti a venirne a capo all’ultimo secondo, con un po’ di fortuna, e da lì è partito tutto. Quella che vorrei rigiocare, che in realtà non potei giocare perchè ero infortunato, è la finale di Istanbul. Mi sarebbe piaciuto rigiocarla anche se avessimo vinto, perchè non l’ho giocata. Una volta ci siamo trovati in 3 o 4 di noi ad un pranzo a Milanello a convincere Paolo Maldini a continuare a giocare. Paolo negli ultimi anni della carriera rinnovava di anno in anno, perchè aveva problemi fisici. In quell’occasione l’abbiamo quasi costretto a firmare. Voglio pensare che la sua carriera si sia allungata grazie anche alle insistenze nostre. L’avversario più forte? Ronaldo è stato quello che, per la quantità di tempo e per la condizione fisica con cui è venuto, in proporzione mi ha fatto dire: ‘Mamma mia!’. Sheva è stato mio compagno di camera appena arrivato, poi c’è anche Kakà. Però se devo sceglierne uno ti direi Paolo, perchè è un esempio irraggiungibile per la continuità che ha avuto durante tutti gli anni e per quello che ha rappresentato per tutti noi. Come avversario dico Zidane, perchè poi, quando era il momento, te le dava anche“.
Ambrosini conclude: “Le mie reazioni quando dovevo andare in panchina? Dipendeva dai momenti. Ci son stati dei momenti in cui era scontato e giusto e dei momenti in cui, secondo me, non lo era. Io son capitato in un Milan che era veramente pieno di calciatori forti, quindi ho dovuto imparare a gestire quei momenti. Se dovessi scegliere una squadra per il calcetto, prendo Rino, come portiere ci metto Dida, anzi Abbiati, perchè è più grosso e copre tutta la porta. Un grande giocatore di calcetto è Cristian Brocchi, perchè quando calciava faceva sempre gol. Non ci metto Pirlo, perchè non ce lo vedo bene a calcetto. Ci metto Seedorf perchè con quelle gambe riesce a far sempre gol. Pirlo lo metto a fare l’allenatore, che vuol fare quello. Che foto metterei su Instagram? La foto del primo allenamento, perchè ce l’ho stampato nella memoria visiva: tutto quello che ho fatto quando ho varcato i cancelli di Milanello. Quel momento lì mi piacerebbe che ci fosse una foto che me lo faccia ricordare“.