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Aldo Bet: “Il mio cuore batte per il Milan. Quando ero osservatore, ai rossoneri segnalai Koulibaly e Salah”

Prima difensore per sette anni, poi osservatore nell’era Berlusconi. Aldo Bet sa cosa significa il Milan e, nel giorno della sfida contro il Verona, ha ricordato i suoi momenti in rossonero in un’intervista a La Gazzetta dello Sport: “Sono sicuro che Saverio Garonzi, il presidente dell’Hellas, mi avesse promesso al Milan da tempo. E avesse già concordato tutto. Perché ricordo che su di me c’era pure la Juve. I seicento milioni di lire spesi dal Milan erano tanti. Vivo a Varese dal 1974, con mia moglie Liliana. Era meglio non distrarsi con Milano, è vicina a Milanello e, dopo 50 anni di calcio, faccio il nonno di Filippo e Nicolò, 7 e 5 anni, i bimbi di mia figlia Federica“.

Bet, che ha giocato anche con Inter e Roma, non ha dubbi: “Il mio cuore batte per il Milan. Ci ho trascorso tanti anni, dopo la stagione in “Purgatorio” a Verona. Ho vinto lo scudetto della Stella, con Liedholm. Peccato per la Coppa dei Campioni. Uscimmo subito col Porto. Poi venne il buio, le scommesse. Fecero anche il mio nome, ma bussarono alla porta sbagliata. Ho vissuto da atleta sempre e sono sempre stato leale. Stasera non sarà per niente facile a Verona. È una squadra fisica, su col morale. All’andata fece penare il Milan. Poi finì 3-2. Ma la squadra di Pioli mi piace, lui è bravo. Poi ci sono Maldini e Massara che hanno fatto ottime scelte e sono sempre presenti. Un giocatore che ammiro? Scelgo un centrocampista, Tonali. Ha avuto una grande evoluzione. Poi si è ridotto lo stipendio per restare al Milan e per questo va elogiato ancora di più. Affascinante vedere una sfida così aperta fino alla fine. L’Inter è fisica e tecnica, il Milan ha organizzazione e non muore mai“.

Bet prosegue: “Non ho mai fatto un gol in Serie A? Allora oltre la metà campo i difensori non potevano proprio andare. Fu Gustavo Giagnoni al Milan il primo a dire di spingerci avanti sui calci d’angolo, infatti una volta feci un assist. I difensori più forti mai visti? Senza dubbio Nesta e Thiago Silva. Avuti al Milan quando facevo l’osservatore, la mia seconda vita. Ho iniziato in Nazionale: mi segnalò Pietro Carmignani, che stava a Varese, ad Arrigo Sacchi. Ho iniziato nel 1988 ho chiuso nel 2005, ho lavorato anche con Maldini, Zoff, Trapattoni. Poi passai al Milan: bello. Difficile trovare un dirigente come Adriano Galliani. Impareggiabile. Grande sotto tutti i punti di vista. Con una gran società alle spalle. E aggiungo Ariedo Braida come sottotitolo. Dirigenti che sapevano tutto dei calciatori italiani e di quelli stranieri. Sono stato al Milan fino al 2017, poi arrivarono i cinesi e quegli altri dirigenti, cambiarono pure le serrature. Mi vengono in mente i giocatori che segnalai e non furono presi. Koulibaly del Napoli lo vidi al Metz, nella seconda lega francese nel 2010. Salah del Liverpool era al Basilea. L’ultimo notato che vedo bene ora è Skriniar. Lo osservai in Olanda con l’Under 21 slovacca“.

Milan-Liverpool: Fikayo Tomori e Mohamed Salah (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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