HomeIn evidenzaArrivederci Sinisa e grazie: il tuo spessore umano sarà difficile da superare

Arrivederci Sinisa e grazie: il tuo spessore umano sarà difficile da superare

Giornate plumbee e piovigginose a Milano, il Milan a Dubai impegnato in amichevoli competitive il giusto, col Mondiale in attesa dell’atto finale. È in questo contesto che apprendiamo della prematura dipartita di Sinisa Mihajlovic. Gli anticipatici rumors delle ultime ore facevamo presagire potesse arrivare questa notizia, ma un conto è contemplarla come possible, un altro quando arriva e squassa sempre.

Eviteremmo la retorica del ‘guerriero’, senza dilungarci sulla motivazione. Le etichette nella vita come nello sport tendono a nascondere alcune, pur importanti, caratteristiche delle persone. Mihajlovic è stato un’interprete raro di questo sport come calciatore. Dapprima centrocampista avanzato sulla mancina in patria con la Stella Rossa, si è poi affermato in Serie A come difensore centrale, precursore dell’impostazione dal basso. Piede sinistro educatissimo, detiene il record (assieme a Signori) di reti su punizioni in singola gara grazie alla tripletta che con la maglia della Lazio segnò all’Olimpico con la Samp e in coabitazione con Pirlo è ad oggi il giocatore con più gol (28) da calcio da fermo in A.

Ha alzato 12 trofei nazionali tra ex Jugoslavia e Italia da calciatore, alzato Coppa Campioni e Intercontinentale con la Stella Rossa, e Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea coi biancocelesti capitolini, in campo internazionale. Con la sua nazionale si è tolto la soddisfazione di segnare ad un mondiale, ovviamente su punizione contro l’Iran a Francia ‘98.

Da allenatore l’abbiamo potuto vedere in Italia in sei club diversi, chiaramente noi rossoneri lo ricordiamo nella stagione 2015-16, quando seduto sulla nostra panchina ci fece sussultare dopo anni bui, facendoci vincere un derby 3-0 e portando il Diavolo a giocarsi un trofeo nella finale di Coppa Italia. Tuttavia le ripetute discussioni per le differenti vedute col Presidente Berlusconi gli costarono l’esonero prima della fine dell’annata, e la finale di Roma con la Juve non la poté allenare e fu purtroppo per noi una pesante sconfitta.

Verrà anche ricordato per aver fatto esordire in quella stessa stagione l’allora sedicenne Donnarumma, sfidando diversi clichè. La sua mano da mister nei club nei quali ha lavorato è sempre stata tangibile e andava oltre la semplice aggressività.

I tifosi rossoneri lo ricorderanno come uno degli allenatori che ha ‘sfidato’ il Presidente per il bene del Milan. Un atto di coraggio desueto che ha in qualche lasciato il segno. Lo spessore umano invece sarà difficilmente superabile. La conferenza di Casteldebole dell’estate 2019 fu incredibile per forza e coraggio. Annunciò a tutti, faccia faccia, la battaglia che avrebbe intrapreso, con l’orgoglio di chi conosce il valore della vita. Resterà un’icona del calcio che per nostra fortuna ha incidentalmente incontrato anche le nostre strada. Arrivederci Sinisa!

Stefano Pioli e Sinisa Mihajlovic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Stefano Pioli e Sinisa Mihajlovic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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