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Zanellato: “Per un ragazzo di Milano esordire in Europa con il Milan è la cosa più bella che ci sia”

Intervenuto ai microfoni della testata online Cronache di Spogliatoio, Zanellato (centrocampista della Spal, ex Milan), ha raccontato gli aneddoti della sua esperienza in rossonero.

Sul suo esordio e su Bonucci:

Al calcio devo tutto. Mi ha regalato momenti unici e non lo dico per dire, sono veramente cose che per me rappresentano la felicità. Per un ragazzo nato e cresciuto a Milano esordire in Europa con il Milan è la cosa più bella che ci sia, credimi. Me lo ricordo come fosse ieri. Giocavamo in Macedonia e Montella decide di darmi l’occasione di giocare dal 1’. Non mi ha regalato un esordio a fine partita, ma una prima volta da titolare in una Coppa Europea. Cosa puoi volere di più? Pensa che quella maglia se la sono litigata mio zio e mio padre per settimane e alla fine credo abbia vinto il primo. C’è però, una cosa su tutte che merita di essere raccontata. Finita la partita, tra l’altro vinta grazie a un gol del mio grande amico Cutrone – Bonucci mi mise al centro dello spogliatoio e iniziò a farmi i complimenti. ‘Sembra che giochi qui da sempre. Bravo, continua così’. C’era anche Montella che mi guardò sorridendo. È davvero un momento che rimarrà fissato nella mia mente, mi vengono quasi i brividi a parlarne“.

Sull’esperienza al Milan e il suo primo gol:

Non avevo ancora la patente. Agli allenamenti mi accompagnavano Musacchio e Gustavo Gomez, che mi avevano preso sotto la loro ala, trattandomi sempre come uno di loro e mai come un ragazzino. In questo tutta la squadra è stata importante. Anche con Suso avevo stretto molto.Arrivavo dalla primavera del Milan, mi sono trovato in Serie A con intensità e ritmi diversi e tante difficoltà. Ero spaesato, sembravo planato da un altro pianeta. Mi sono serviti sei mesi di adattamento, poi ho preso il via. Ho vissuto momenti unici, come la promozione in A e il primo gol. Tra l’altro a San Siro, contro l’Inter. Proprio nello stadio in cui sognavo di giocare da bambino. Anche quel giorno in casa sono partite le litigate per la maglietta“.

Sul suo rapporto con Oddo:

Ci sono stato per due anni, ho 28 presenze in A e credo di poterci giocare. Me lo dovrò meritare, ma punto a quello. È un traguardo che mi spinge a dare di più. Con Oddo è bastato uno sguardo, non siamo due a cui serve parlare più di tanto. Ci capiamo al volo. Con lui a Crotone ho imparato molto, mi ha insegnato che dopo tre o quattro partite fatte bene non bisogna sentirsi arrivati, anzi che si deve continuare a lavorare per mantenere un certo livello“.

 

 

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