Finisce sul risultato di 0-1 Monza-Milan, sfida dello U-Power Stadium che permette ai rossoneri di ottenere la terza vittoria consecutiva per 1-0 tra campionato e Champions. Ecco l’analisi di quanto successo dal punto di vista arbitrale nella nostra consueta rubrica MP VAR Room. A dirigere l’incontro è stato il signor Antonio Rapuano della sezione di Rimini.

Nel primo tempo non ci sono particolari situazioni degne di nota. Al 26esimo minuto vi è il primo cartellino giallo del match che viene destinato a Marlon per un fallo giudicato imprudente su Rafael Leao: la decisione è condivisibile e quindi, dato il tipo di intervento, giudichiamo corretta la decisione del direttore di gara.

Successivamente, al minuto 31 scaturisce il vantaggio del Milan grazie ad un bel tiro di prima di Messias. Nonostante la situazione caotica in area non ci sono irregolarità che possono compromettere la rete: la posizione di Kalulu è regolare prima del suo cross al centro da cui nascerà il gol del brasiliano. Da segnalare al minuto 34 un errore del direttore di gara che non punisce Pablo Mari con l’ammonizione, nonostante la vistosa trattenuta che manda a terra Origi in ripartenza. Sul proseguimento dell’azione, giallo severo per Krunic che viene punito per un intervento su Pessina.

Il secondo tempo si apre invece con un’ammonizione dopo soli 10 minuti di gioco per Birindelli. Il calciatore del Monza cade in area a seguito di un contatto con Theo Hernandez e l’arbitro lo ammonisce per simulazione. A nostro modo di vedere è difficile parlare di simulazione, poiché Birindelli cade qualche istante dopo il contatto, ma c’è un incrocio tra i due calciatori. Episodio non da VAR perché avvenuto all’esterno dell’area di rigore. La decisione di Rapuano, probabilmente influenzata dalla caduta in ritardo del calciatore del Monza, la giudichiamo eccessiva.

L’ultimo episodio riguarda il contatto tra Ciurria e Theo Hernandez al 65′ nell’area di rigore biancorossa: il primo è in vantaggio sul secondo, si tratta di un semplice scontro di gioco. Alcune imprecisioni nella prestazione del fischietto romagnolo e un metro di giudizio non sempre coerente.