Non usa mezzi termini Damiano Tommasi, intervistato sulle colonne del Messaggero: “Mancano dottori e infermieri, parlare di sport è un lusso”. Tra tutte le possibilità in ballo per la ripresa delle Serie A, il presidente dell’Assocalciatori non fa drammi, nemmeno per un annullamento: “Se chiudono le scuole non vedo perché dovrebbe essere un problema chiudere un campionato. Non lo decidiamo noi, ma il Coronavirus. È una cosa grave, ci ha caricato tutti sulla stessa barca con incertezza e fragilità”.
Slittare la fine del campionato a luglio sarebbe un problema per i contratti in essere di molti giocatori per le scadenze naturali, i prestiti, gli svincolati: “Dovrà essere studiato uno scivolo – continua Tommasi – verrà fatta una moratoria, allungando gli accordi, senza esagerare però”. Nonostante il periodo, i presidenti delle squadre di Serie A continuano a battibeccare: “Sembrano come i musicisti del Titanic, continuano a suonare mentre la nave affonda“.
Per ultima, la ripresa degli allenamenti sulla quale Lotito e De Laurentiis da una parte si sono scontrati con gli altri, su tutti Marotta per l’Inter, per rientrare nei centri sportivi già lunedì 23 marzo. Il pensiero di Tommasi è chiaro: “Le date saranno disattese. Nel nord Italia il fenomeno continua a crescere, così come in Europa – continua l’ex Roma – dare un’orizzonte temporale era necessario anche come forma di ottimismo. Ricominceremo in sicurezza, ma non ora. Non si tratta di essere catastrofici, ma solo realisti”.