Alla sesta edizione del Business of Football Summit son stati ospitati a Londra, tra gli altri, Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic. I messaggi lanciati son stati piuttosto chiari e proseguono ormai da mesi sempre nella stessa direzione: “non siamo contenti di questa stagione”.

Gli aspetti toccati sono sostanzialmente sempre gli stessi, ma col passare del tempo è sempre più conclamata la volontà di cambiare. Cambiamento è un po’ il fil rouge delle dichiarazioni sia del proprietario del club, sia del super advisor.

Non ci sono ambiti nei quali non verranno fatti interventi apparentemente. Sul piano della preparazione atletica, sul piano medico e sul piano tecnico. In modo esplicito è stato sottolineato come quel che è accaduto in autunno non può e non deve più succedere. La sequela da record di infortuni muscolari ha condizionato inevitabilmente la stagione e questo la società non l’ha digerito. Ha optato per non intervenire in itinere, ma lo farà a fine anno.

La sensazione è che in estate vi sarà un great reset. Una rivoluzione, l’ennesima in questi tempi moderni per il Diavolo. Non è mai un bel segnale di per sè perché impone una ripartenza, ma la necessità è evidente e la strada sembra inevitabilmente tracciata.

Giù la maschera anche in ambito stadio. Il Milan si sposterà da San Siro. Pertanto confermate le voci anche di questi giorni, secondo le quali nonostante i meeting a Palazzo Marino per sponsorizzare la ristrutturazione del Meazza, il Milan continuerà a lavorare per un impianto tutto suo a San Donato.

Cardinale ha inoltre nuovamente e pubblicamente investito Ibra di pieni poteri. Braccio destro presente a Milano e Milanello, portavoce della proprietà tout court, con possibilità di intervenire su tutti i temi e a tutti i livelli. Una garante forse anche per la piazza, perché anche se parliamo di un neo dirigente, parliamo sempre di Zlatan, una persona che non accetta altro se non l’eccellenza. Non ci sono annunci perché siamo a fine febbraio, ma la parola d’ordine è di sicuro cambiamento.