La vittoria di ieri sera sul campo del Napoli è stata figlia di un ottimo studio di Stefano Pioli, che ha dimostrato di avere davvero le palle. Non che ci fossero dubbi, visto l’eccellente lavoro che sta svolgendo da due anni e mezzo a questa parte, ma diciamo che ci si aspetta sempre quel fatidico salto di qualità che, finora, era mancato. Ieri, invece, il tecnico emiliano ha dato la sensazione di avere quelle capacità organizzative che servono per vincere.

Stefano Pioli ha davvero le palle

Se andiamo ad analizzare quanto accaduto allo stadio ‘Diego Armando Maradona’, infatti, balzano subito all’occhio alcuni accorgimenti tattici di Pioli che non lasciano dubbi sulla bontà del suo operato. Per prima cosa, la mossa della marcatura a uomo di Kalulu su Oshimen. Risultato: due mezze conclusioni a rete per l’attaccante del Napoli e nulla più, grazie anche alle chiusure in seconda di Tomori. E poi la scelta di Messias ancora una volta preferito a Saelemaekers, con il brasiliano che finalmente ha capito il lavoro di sacrificio che gli chiede il tecnico; l’aver puntato ancora su Kessie, nonostante ormai anche mia nonna abbia capito che se ne andrà a parametro zero. E l’aver continuamente cercato di non dare punti di riferimento agli avversari, con Leao e Messias che cambiavano continuamente traiettoria.

Ora il rush finale, dalle palle alla palla

Ora servirà ancora un piccolo sforzo, quantificabile in dieci partite. Tante, davvero, per poter gridare al miracolo rossonero. Ma comunque il più è fatto, perché i rossoneri si sono lasciati alle spalle 28 gare sulle 38 totali; mai, negli ultimi anni, il Milan era stato così in alto e vicino allo Scudetto alle idi di Marzo (e che Giulio Cesare siano l’Inter e il Napoli a questo punto!). La vittoria al “Maradona” è pesantissima, chiaramente, soprattutto per Stefano Pioli. Che sapeva benissimo l’importanza, per la sua crescita personale, di tale match. E ora sotto con l’Empoli, sperando di tirare ancora fuori le palle e buttare dentro la palla.