Andriy Shevchenko con il Milan ha scritto la storia, sia personale che del club. Ora è ancora nel mondo del calcio, come figura presidenziale della federcalcio ucraina, ruolo molto delicato al momento viste le vicissitudini. L’ex rossonero è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport a proposito del momento del Diavolo. Di seguito le sue dichiarazioni a riguardo.
“Non vedo tanto bene il mio Milan. I risultati non aiutano, c’è un po’ di confusione e tanta polemica. Lo dico da tifoso del Milan. Penso che, soprattutto nella prossima stagione, si devono avere le idee più chiare. In momenti così difficili serve stare più uniti. Bisogna cercare di creare un momento positivo: vincere a Lecce potrebbe essere un punto da cui partire.
Un consiglio? Serve più chiarezza, bisogna guardare avanti e riuscire a migliorare la situazione perché il Milan è una squadra speciale. Lo sanno tutti, c’è tanta pressione e tanta responsabilità quando sei li. Anche nel nostro Milan ci sono stati momenti difficili. Però c’era un vero capitano in campo, che era Paolo Maldini, una grande figura come Adriano Galliani e una società che è sempre stata dietro giocatori e allenatori. Nei momenti difficili bisogna unirsi ancora di più e credere nel progetto.
Conceicao? Sta cercando di salvare la stagione. Ho fatto anche io il tecnico, so che un allenatore pensa solo al bene della squadra e che ha in testa da quando si sveglia a quando va a dormire solo il modo in cui migliorare la situazione del gruppo. Penso che Conceicao stia cercando di salvare la stagione. Non si può mai lasciare andare una stagione, però ora si devono avere le idee molto chiare su quello che si vuole fare nella prossima. Bisogna sempre dare il massimo: in campo, in ogni allenamento, in ogni minuto che deve essere dedicato al Milan.
Chi salverei io? Io guardo da fuori come una persona che vuole bene al Milan. Ci tengo tanto che la squadra torni come prima perché è la nostra squadra. Non voglio entrare nelle polemiche di chi va via: non è la mia responsabilità. Se un giorno tornerei al Milan? Ora sono dove sono (presidente della federcalcio ucraina, ndr) e sto cercando di fare del mio meglio in una situazione così complicata.
Cosa rende una squadra speciale? I tifosi, ma anche la sua storia. È importante che non si dimentichi mai la storia del Milan: racconta di coppe Campioni, di campionati, di grandi nomi, di grandi giocatori, dirigenti, presidenti e di tutti quelli che hanno fatto diventare il Milan una gran squadra. Ritornare ai vecchi tempi? Bisogna prima costruire un progetto. Nessuno ha la bacchetta magica, ma sarebbe bello ci fosse una linea precisa.
Ibra? Si è preso una grande responsabilità e cerca di fare del suo meglio. Ha giocato ad alto livello per il Milan e ci tiene tanto alla squadra. Un mio ritorno? No, in campo no. Ho già dato al mio tempo. Non penso di poter fare meglio di chi c’è, quindi lasciamo stare“.
