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Seid Visin si è tolto la vita: “Un macigno gli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone”

Non è stato un malore, come si pensava in un primo momento, ma a quanto pare Seid Visin si è tolto la vita. Il ventenne di origini etiopi – ex settore giovanile del Milan – è stato trovato senza vita nel tardo pomeriggio di giovedì nella sua abitazione di Nocera Inferiore, nel salernitano. Questa mattina, Il Corriere della Sera, ha pubblicato una straziante lettera che Seid Visin aveva indirizzato ai suoi amici ed alla sua terapeuta. Una lettera che ora sa di testamento, perchè, in Italia, nel 2021, si muore ancora di razzismo.

Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone. Io non sono un immigrato, sono stato adottato da piccolo (…). Ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra che si sia capovolto tutto (…). Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani (bianchi) non trovassero lavoro. Dentro di me è cambiato qualcosa, come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone, che non mi conoscevano, che ero come loro, che ero italiano, bianco. Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati (…) come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l’odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati. Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d’acqua in confronto all’oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un’esistenza nella miseria e nell’inferno. Quelle persone che rischiano la vita, e tanti l’hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente “Vita”.

Seid Visin

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