Se il Milan dovesse riuscire nell’impresa di vincere lo Scudetto 2021/2022, sarebbe un vero e grosso smacco a chi, in tempi recenti, ha baciato la maglia per poi andarsene in cerca di fortuna e più soldi. Ogni riferimento a Gianluigi Donnarumma e Hakan Calhanoglu è chiaramente non casuale, anzi. Il Tricolore sarebbe uno smacco enorme per chi, mesi fa, dichiarava amore eterno per poi decidere di cercar fortuna altrove.
Scudetto 2021/2022, perché il Milan può vincerlo
Ma perché questo Milan può davvero vincere lo Scudetto 2021/2022? Per tante ragioni. La prima: l’addio di Kessie è ormai consolidato, tutti hanno capito che l’ivoriano se ne andrà. Lui sta zitto, perché sa di averla fatta fuori dal vaso da quando, in estate, aveva detto «torno e firmo». Lì ha perso di credibilità ma i tifosi, che stupidi non sono, sanno che criticarlo in questo momento non gioverebbe a nessuno.
E poi chiaramente, quando ti ritrovi primo a così poche giornate dal termine, devi correre. Senza guardare indietro, fare come Forrest Gump. E al massimo, a fine campionato, dire: «Sono un po’ stanchino».
Occhio al calendario
Bisogna fare un ragionamento anche sul calendario. Tutti danno il Milan per vincente ma non si accorgono che di insidie ce ne sono ancora: il Torino è squadra ostica, il Genoa in ripresa e si ta giocando la salvezza. E poi ci sono solo squadre della parte sinistra della classifica: Lazio, Fiorentina, Verona, Atalanta, Sassuolo, tutte con motivazioni europee. E al prossimo giro c’è il Bologna dell’interista Mihajlovic…
Freddezza sotto porta e un bel saluto a Donnarumma e Calhanoglu
E questo Scudetto 2021/2022 si può vincere solo ritrovando (alla svelta direi) maggiore concretezza sotto porta. Magari il ritorno di Ibrahimovic potrà aiutare, ma comunque lo Scudetto 2021/2022, in senso lato, sarebbe un premio per tutti e un grosso smacco per chi non ci ha creduto: chi baciava la maglia o dichiarava amore eterno e poi ha preso altre strade. L’obiettivo? Farli rosicare, perché vincere il Francia giocando con l’ultra ricco PSG è facile; per non parlare di Calhanoglu, che lascia la Milano rossonera da secondo per ritrovarsi ancora più indietro in classifica con quella nerazzurra. De gustibus…