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Scaroni: “Il Milan ha grandi professionisti in ogni ruolo, sul nuovo stadio…”

Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del Corriere della Sera.

Queste le sue dichiarazioni: “Anche i fondi di investimento hanno un cuore? Sicuramente, hanno un cuore sportivo! Direi che è stata un’esperienza esaltante, per loro. Gordon era più abituato, Paul non aveva mai visto il Milan. Sono arrivati dalla Florida con grande fiducia, erano molto ottimisti, noi italiani eravamo più scaramantici. Io continuavo a dire che volevo arrivare quarto, come ho detto tutto l’anno, anche domenica, quando non era più possibile”.

Sul segreto dello scudetto: “Io direi che il Milan di oggi ha un suo stile e il suo stile è caratterizzato dall’avere professionisti in ogni ruolo. Elliott è un campione mondiale degli investimenti, non ci ha mai fatto mancare supporto finanziario (il Milan non è indebitato), ha fissato limiti di spesa, senza mai voler decidere come dovessimo investire. Ivan Gazidis è un amministratore delegato che ha girato il mondo del calcio dopo una laurea in Legge ad Oxford. Paolo Maldini è stato un grande professionista tutta la vita. E poi c’è Stefano Pioli, bravissimo. C’è un mondo di professionalità, ognuna con il suo ruolo e la sua libertà d’azione, nel rispetto di quelli degli altri. Questo è un modello manageriale che funziona in tutte le aziende, andava trasportato nel calcio”.

Sui mancati rinnovi di Gianluigi Donnarumma e Calhanoglu: “Non ho visto il minimo tentennamento su entrambi. La sostenibilità è una rotta su cui non si transige e mi faceva dire che volevo raggiungere il quarto posto, che era il minimo per mantenerla”.

Sulla possibilità di realizzare uno stadio tutto rossonero a Sesto San Giovanni: “Questa non è la nostra intenzione. Io tengo aperte entrambe le opzioni, San Siro e Sesto San Giovanni. Poi c’è la variabile che riguarda le proprietà. Elliott ha intrapreso un percorso in cui sta sondando opportunità di vendita, che comunque richiederà tempo, almeno tre mesi. Dopodiché, deciderà il nuovo proprietario, RedBird o chi sarà. Io credo che chiunque compri il Milan compri un gioiello, una macchina che funziona bene, con un pubblico formidabile. Poi se chi compra aggiunge le sue competenze, e RedBird ne ha, ben venga”.

Sul gap tra le italiane e le altre big d’Europa: “Nel nostro bilancio è fondamentale la vendita dei diritti tv. Nel mondo l’Italia perde terreno. La Premier incassa 2,1 miliardi l’anno, la Liga 897 milioni. La Serie A ne prende 139 da Infront per Europa, Africa, Asia e Sud America, e 57 da Cbs per gli USA. Il totale fa 196 milioni. Il calcio è uno sport, ma anche uno show, per entrare nel mercato dell’intrattenimento devo attrezzarmi perché nel mondo guardino le mie partite. Lega Serie A poco attrezzata? È un mestiere difficile per super professionisti. Tra Pakistan, India, Indonesia e Cina ci sono tre miliardi di persone. Per conquistarli devo vincere la concorrenza con gli altri sport e all’interno del calcio con le altre Leghe. Come si fa? Tutte le componenti devono concorrere a migliorare lo show. Gli stadi devono essere pieni, moderni, ben illuminati, come in Premier League. Il campionato deve essere più appassionante possibile, quindi a 18 o 16 squadre. Gli orari delle partite di cartello devono essere pensati per Shanghai o New York e le partite devono essere meno noiose. Solo a me la Champions sembra un altro calcio?”.

Sul calcio italiano: “Da noi ci sono troppe pause, troppi giocatori che perdono tempo, troppi fischi dell’arbitro, 26,8 falli fischiati a partita contro i 20,4 della Premier, per dire. Una partita da noi ha un tempo effettivo inferiore ai 50’. Anche arbitri e giocatori devono capire che fanno parte dello show. È una questione esistenziale per noi perché i soldi sono la benzina del calcio, ma non è solo un problema di soldi”.

Sulla sua esperienza al Milan: “Ho imparato molte cose nuove. Non mi prendo meriti, ho dato il mio contributo quando ho fatto l’amministratore delegato e quando Ivan è stato via. Ho dedicato tanto tempo alla Lega Calcio, almeno 10 ore alla settimana. Ho imparato molto e ho concluso poco. Non è facile con questa governance”.

Milan: Paolo Scaroni - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Milan: Paolo Scaroni – MilanPress, robe dell’altro diavolo

 

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