C’è chi ormai ha assimilato con tristezza l’addio di Tijjani Reijnders dal Milan e chi se l’è presa sul personale. Alla prima occasione per spiegare il suo passaggio al Manchester City, l’olandese ha avuto modo di essere sincero: “Per me non c’è stato un grande dubbio voler venire al Manchester City che è uno dei migliori club al mondo oggi. La scelta da fare alla fine era facile. Ovviamente il Milan rimarrà sempre nel mio cuore, ho avuto due stagioni molto buone, ho incontrato persone davvero carine, ma devi guardare anche al lato sportivo: voglio raggiungere alcuni obiettivi nella mia carriera e penso che io possa farlo qui velocemente“.
Apriti cielo. I tifosi rossoneri subito ad attaccare l’amato ex, diventato uno della lista dei cattivi. Mentalità provinciale. C’è chi ha sputato davvero nel piatto in cui ha mangiato, e adesso si ritrova nell’altra sponda dei Navigli. Vogliamo mettere sullo stesso piano i due? Ma per davvero?
Nelle sue dichiarazioni, non solo Tijjani ha definito il Diavolo come un amore che resterà sempre, ma ha anche fatto una critica che può servire “da sveglia” a chi continuerà a lavorare in via Aldo Rossi. Il lato sportivo, sotto le luci di San Siro, è venuto a meno. E se sei un professionista, amante o meno dei colori che indossi, vuoi sfruttare il tempo che hai a disposizione per vincere.
Difendere la maglia a spada tratta non serve. Il vero affetto si dimostra anche sapendo dire la verità: il Milan in questi anni non è stato abbastanza competitivo. È una cosa oggettiva, basti vedere che la Champions League nella prossima edizione non si farà. Oppure il Mondiale per Club tanto in voga in questi giorni. I Citizens parteciperanno in tutte e due le competizioni. E secondo il tifoso un calciatore dovrebbe accontentarsi o provare almeno a gareggiare per qualcosa in più?
Si fa terra bruciata, anche in ottica (impossibile) ritorno. Perché creare un clima ostile? Iniziare a chiamare “traditore” un campione che va solo ringraziato dopo una stagione simile è roba proprio infima. Fastidiosa. Quando una persona parla va ascoltata, anche con il cuore ferito (ed è comprensibile dal punto di vista del tifoso). Ma quando mai Tijjani Reijnders ha parlato male di noi? Vai ragazzo, e rendici orgogliosi di te.
