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Sacchi vota Thiago Motta per il Milan: “Lo vedrei benissimo, a patto che l’ambiente sia pronto…”

Arrigo Sacchi vota Thiago Motta per la panchina del Milan nella prossima stagione. Lo storico tecnico rossonero ha rilasciato un’intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport nella quale ha parlato della pista che porterebbe l’attuale allenatore del Bologna in rossonero. Molto complicata, soprattutto visto il forte interesse della Juventus.

Tre aggettivi: moderno, europeo, visionario. L’ho già detto: è uno che guarda avanti, che è sintonizzato con i tempi, che va veloce con il pensiero. Altrimenti, se non fosse così, non sarebbe riuscito a costruire quella bellissima realtà che è il Bologna. Faccio fatica a trovare una similitudine con altri allenatori, però dico che, come Gasperini, è un tecnico che dà tantissimo al calcio. In termini di impegno, di coraggio e di idee. Thiago Motta ha delle idee, che sono la cosa più importante nel bagaglio di un allenatore. Perché i giocatori te li possono comprare o no, ma le idee sono soltanto tue ed è sufficiente trasmetterle ai tuoi ragazzi per ottenere ciò che desideri“.

Sull’ipotesi Motta-Milan: “Lo vedrei benissimo, a patto che… Vedete, io voglio bene agli allenatori, e vorrei che fossero sempre messi nelle migliori condizioni per potersi esprimere. Qui, intendo al Milan, non ho ancora capito quale sia la catena di comando. Non mi stancherò mai di dire che i successi partono sempre dal club che, con la sua storia e il suo stile, con di più della squadra, e la squadra conta di più del singolo. Il club, quindi, com’è strutturato? Chi decide? Quale politica s’intende perseguire? Thiago Motta va benissimo, perché uno che sta lottando per entrare in Champions League con il Bologna deve per forza aveva qualità superiori. Però bisogna vedere se al Milan l’ambiente è pronto ad accoglierlo con la disponibilità e la pazienza di cui un allenatore ha bisogno“.

Sull’importanza della società: “Ho memoria e ricordo quello che i dirigenti del Milan, da Berlusconi a Galliani, da Braida a Ramaccioni, hanno fatto per me. Io, dopo tre partite, persi Van Basten per infortunio. Altro che Milan olandese! Di olandesi ne avevo uno solo: Gullit. Furono gli altri, gli italiani, a diventare olandesi come mentalità, come spirito di squadra, come disponibilità, come generosità, come altruismo. E il ruolo della società, in questo processo di rivoluzione, fu fondamentale. Berlusconi, in un momento un po’ delicato, convocò i giocatori e disse: ‘Io ho piena fiducia in Arrigo. Chi di voi lo seguirà, resterà. Chi non lo seguirà, andrà via’. Chiaro, no? Ecco, auguro al prossimo allenatore del Milan, che sia Thiago Motta o un altro, di avere dei dirigenti come quelli che ho avuto io“.

Arrigo Sacchi e Fabio Capello (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Arrigo Sacchi e Fabio Capello (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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