Nella giornata di oggi, l’ex allenatore del Milan, Arrigo Sacchi, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato di cosa si aspetta in particolare dalla prossima stagione dei rossoneri, che vedrà il ritorno in Champions League dopo 7 anni. Ecco le sue parole:
Sul Milan che sta nascendo: “Un gruppo giovane con qualche elemento più maturo, tipo Ibrahimovic e Giroud. Progetto che condivido, anche perché realizzato rispettando il bilancio“;
Sul gap con le rivali: “Per colmarlo serve entusiasmo. Ha fatto la differenza nello scorso campionato, quando il gruppo è andato oltre i propri limiti. C’è il rischio che qualcuno si senta arrivato. Pioli dovrà vigilare. E serve un gioco corale: il Milan non ha esperienza e le qualità individuali della Juve, deve arrivare attraverso la manovra a superare l’avversario“;
Sulle chance scudetto del Milan: “E’ un candidato ma non è favorito. Se i rossoneri riusciranno a fare un passo in avanti verso l’interiorizzazione del gioco, allora nessun traguardo è precluso. Intendo che i calciatori devono arrivare a fare proprio il gioco a tal punto che le azioni nascano quasi automaticamente. La Nazionale di Mancini dovrebbe aver insegnato qualcosa, no?“;
Sui punti interrogativi del Milan: “A parte la questione dell’appagamento dopo una stagione positiva, mi chiedo come stanno Ibra e Giroud. Quante partite riusciranno a giocare? E poi: Kessie, Calabria, Kjaer si confermeranno ad alti livelli? Inoltre non dimentichiamo che la Champions League porta via energie preziose a gente esperta, figuriamoci ai giovani che si basano sul ritmo e sulla velocità. Qualche dubbio c’è, ma Pioli e i dirigenti sapranno come risolverlo“.