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Sacchi: “Il Milan ha giocato il derby con superficialità, confusione e presunzione. Colpa di chi? Tutti”

Arrigo Sacchi ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport del derby, criticando fortemente la prestazione del Milan di Pioli. Di seguito le parole di Sacchi:

Tre parole per descrivere la prestazione del Milan: “Superficialità, confusione, presunzione”.

Su cosa è andato storto: Semplice. In campo c’era una squadra che faceva della modestia e dell’attenzione le qualità principali, l’Inter. E una squadra, il Milan, che pareva leggera, forse persino presuntuosa, confusa, superficiale”.

Sugli errori del Milan: “La lista è lunga: pressing inesistente, attaccanti quasi mai presenti in fase difensiva, marcature approssimative, squadra lunga, mancanza di collaborazione tra i reparti, poca chiarezza di gioco. Vado avanti?”.

Sul colpevole: “Tutti”.

Se Pioli è in confusione: “Spero proprio di no, però di certo ha sbagliato partita. Bisogna che lui sia il primo a essere convinto delle cose che fa e poi trasmetta questa convinzione ai giocatori. Nel derby, giocando in quel modo, l’allenatore non ha dato certezze alla squadra. Il Milan, se vuole avere successo, dev’essere un collettivo nel quale tutti partecipano alla fase offensiva e difensiva. Chi è d’accordo con Pioli, bene. E chi non è d’accordo sta fuori”.

Se è difficile giocare con tre attaccanti se non si fa pressing:”Direi impossibile. Il Milan era una squadra che aveva undici giocatori sparpagliati sul campo, senza logica e senza organizzazione. Si sperava nello spunto di Leao, nella corsa di Hernandez, nel colpo di testa di Giroud… Ma lo si vuole capire che il calcio è un fatto collettivo, che sono necessari i raddoppi di marcatura, che i reparti devono aiutarsi tra loro e, per farlo, è necessario che siano vicini? Non si può avere una squadra lunga 50 metri come il Milan”.

Sull’Inter: “Ogni volta che andavano in contropiede, i nerazzurri creavano un’occasione pericolosa. Questo è inammissibile. E le marcature preventive dov’erano? Ripeto: l’atteggiamento dei rossoneri mi è sembrato superficiale. Il proverbio dice che errare humanum est, ma ricordiamoci che perseverare è diabolico. Quindi, su le maniche e tutti al lavoro. Con chiarezza di idee. L’Inter ha vinto perché è stata una squadra compatta, determinata, umile. Ha fatto poche cose, ma chiare e semplici”.

Sui terzini in mezzo: “Mah… Io ho visto che quando avevano il pallone i rossoneri lanciavano lungo. Ma che roba è? Calabria, da ragazzo, era un centrocampista, però adesso fa da tanto tempo il terzino e allora facciamogli fare quel ruolo senza mandarlo in confusione”.

Sui cambi tattici: “Sono favorevole alle novità, denotano una volontà di progresso. Ma prima di tutto ci deve essere la base, il collettivo. Dopo si può pensare alle varianti.
Il possesso-palla ha abbassato il ritmo? Per forza, i giocatori non erano posizionati bene e aspettavano il pallone da fermi. Ma il problema principale è che il Milan deve diventare un collettivo e non un insieme di individualità”.

Su come assorbire la batosta: “Non ci si deve demoralizzare, ma si deve fare chiarezza. Per primo l’allenatore, che ha già dimostrato di essere una persona intelligente. La lezione può essere utile se allontana la superficialità, il pressapochismo e la presunzione.

Arrigo Sacchi - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Arrigo Sacchi – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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