Intervenuto in una diretta Instagram insieme a Carlo Pellegatti, l’ex portiere del Milan Sebastiano Rossi si è raccontato e ha ricordato il suo passato rossonero. Ecco le sue parole:

Sulla parata a Vialli all’ultimo minuto: “Fu una parata importantissima che ci fece poi vincere lo scudetto quell’anno. Fu il mio esordio, subentrai ad Antonioli ad inizio secondo tempo e fu un’emozione unica. Mi ricordo che andai sotto la mia curva e fu ancora più emozionante anche perché vincemmo 1-0 con il gol di Marco Simone“.

Sette anni dopo, nel ’99, la parata su Crespo e la curva ai suoi piedi: “Anche questo è un ricordo unico, era tutta la settimana che pensavo di compiere un intervento importante e fu proprio così in quella partita, al 90′. Fu una gioia immensa e mi venne istintivo far cantare la curva, la mia curva“.

La partita con il Werder Brema nel 1994: “Mi ricordo che durante la settimana subii un intervento alla fronte ed avevo un grosso cerotto. Lì feci due parate molto importanti e difficili: la prima rasoterra a tu per tu con l’uomo, ma quella che mi è rimasta impressa e mi chiedo ancora come ho fatto, è stata quella su un tiro ravvicinato sotto al corpo, difficilissima. Di solito d’istinto metti il piede ma io ci arrivai con la mano. Poi pareggiammo 1-1 subendo gol su un rigore che mi arrabbiai tanto per non aver parato“.

Il segreto della squadra: “Eravamo un gruppo con un grande allenatore ed un grande staff. Eravamo tutti uniti, anche chi non giocava, durante gli allenamenti avevamo una voglia incredibile. Quando ti alleni così, soprattutto con grandi uomini e grandi giocatori, arrivi alla gara che sei prontissimo e questo fa tanta differenza nel vincere“.

Su Fabio Capello: “Senza togliere niente a nessuno, è stata la persona che mi ha lasciato il più bel ricordo. Tutti mi hanno lasciato qualcosa ma lui di più, aveva un’organizzazione di gruppo ma anche tecnica e tattica come nessuno. Ho un gran bel ricordo di lui e della grande società che avevamo“.

I pochi gol subiti e i miracoli: “Raramente con quella squadra si vinceva per merito mio. Io facevo 2-3 miracoli ma la squadra era fortissima. Ti guardi negli occhi e ti carichi per poi scendere in campo ed arrivare ad importanti traguardi“.

Su Baresi: “Franco è stata una persona molto importante per me. Mi ha insegnato tanto e mi ha anche fatto riflettere con la sua calma e la sua saggezza. Io dico sempre che non è il singolo a fare la squadra ma la squadra a fare il singolo ma Franco Baresi era un fantastico giocatore. Bravissimo a difendere e altrettanto a creare gioco da dietro. Gli ho visto fare dei recuperi incredibili sugli avversari, come su Aguilera contro il Torino, abbiamo costruito insieme quell’intervento per rubargli la palla. Uno dei tanti bei ricordi è legato ai viaggi in pullman da Milanello a San Siro che eravamo sempre seduti insieme“.

Sul Milan: “Ho conosciuto persone fantastiche, una grande società, Braida, Galliani, Berlusconi erano persone importanti e da seguire. Il pubblico era magnifico. All’inizio mi contestavano ma poi abbiamo parlato e sono stato apprezzato per quello che sono. Ho un ricordo bellissimo e auguro a tutti di trovare una società così“.