La parabola di Alessio Romagnoli, in maglia rossonera, sta prendendo sempre di più la discesa, proprio nel momento in cui il diavolo ha iniziato ad ottenere i primi risultati del lavoro degli ultimi anni. L’ormai ex capitano, sembrava uno dei pochi intoccabili dell’undici di Pioli, soprattutto nella prima parte di stagione. Nel 2021, a causa anche di piccoli fastidi muscolari, non è più rientrato in forma, e complice anche l’exploit di Tomori, non ha più trovato continuità. Un nodo assolutamente da sciogliere, è il suo rinnovo. Romagnoli ha il contratto in scadenza nel giugno 2022, e il Milan ha bisogno di risposte.
Con il tanto atteso approdo in Champions, la squadra ha bisogno di tasselli importanti per comporre la rosa. Uno su tutti è il centrale difensivo. L’ex Roma, è certamente un difensore di spessore, ma l’aver perso posizioni e fiducia, sicuramente non lo aiuta. Il suo ultimo rinnovo, risale all’estate 2018, quando una vera e propria bufera si scagliò su via Aldo Rossi, e lui decise di restare, nonostante le mille difficoltà. Ora, la situazione è molto diversa, perché il Milan è una società solida, che ha ritrovato i suoi principi.
Le incognite solo molteplici, perché a capo dell’entourage del giocatore, c’è Mino Raiola, e come sappiamo, non è per nulla semplice trovare un accordo con lui. Il Milan, potrebbe dunque fare la prima mossa, che significherebbe cercare un centrale che accetti il ruolo da comprimario. Ruolo che difficilmente il classe ’95 accetterebbe, che ha la giusta ambizione di rendersi protagonista. La dirigenza, ha l’obbligo di non farsi trovare impreparata, per non rischiare di incombere in un “Donnarumma bis“, con la regia di Raiola. Sarà fondamentale il dialogo tar le parti, perché, come spesso ripetuto da Paolo Maldini: “Bisogna essere felici in due“, e Romagnoli dovrà riflettere se riprendersi in mano il Milan, o tentare nuove esperienze che rispecchino le sue aspirazioni.