La sfida di mercoledì sera in Champions League contro la Dinamo Zagabria, che avrebbe dovuto essere quella in cui il Milan doveva confermare l’ottimo andamento di quest’anno in questa competizione, ha messo in luce ancor di più – se possibile – i troppi problemi di questa squadra. Dal carattere, sottolineato quest’anno più volte sia da Fonseca che da Conceicao, all’approccio.
Il primo tempo in Croazia è probabilmente stato uno dei peggiori fin qui, forse alla pari di quello con la Juventus di qualche settimana fa. La sconfitta ha “condannato” il Milan ai playoff e a due partite aggiuntive in questo pazzo febbraio, in cui i rossoneri avranno 8 partite da disputare. Un suicidio calcistico, che non fa che complicare una situazione già di per se al limite del surreale.
RIVOLUZIONE CONFUSA?
Il Day After è stato piuttosto rocambolesco, il club rossonero ha deciso (troppo tardi?) di entrare con anima e corpo nel mercato, e quanto successo in poche ore ha dell’incredibile. Una rivoluzione vera e propria da effettuare nei pochi giorni di mercato (che chiuderà lunedì 3 febbraio a mezzanotte).
Il primo tassello del Domino fatto cadere è stato Alvaro Morata, che a quanto pare aveva già fatto sapere alla società di voler andare via. Il Galatasaray ha subito sfruttato l’occasione, e a questo punto è già stato raggiunto l’accordo con giocatore e Milan per la cessione. I rossoneri non possono ovviamente rischiare di far partire un attaccante senza farne arrivare un altro, e in contemporanea hanno accelerato le operazioni per Santiago Gimenez, che ad oggi è ad un passo dal trasferimento a Milano.

Subito dopo si è scatenata una vera e propria valanga di notizie, che hanno visto protagonisti Calabria, Camarda, Tomori e Okafor. L’ormai ex capitano del Milan potrebbe andare a Bologna per poi non far più rientro in rossonero, visto il suo contratto in scadenza a giugno. Camarda invece andrà al Monza a fare esperienza in prestito: in queste ore si sta decidendo la durata, ma sembra probabile l’accordo per 18 mesi. Tomori e Okafor avrebbero invece mercato in Premier League, tra Aston Villa e Tottenham, ma per ora nulla di concreto.
TEMPISTICHE TOTALMENTE ERRATE
La domanda che sorge immediatamente spontanea è: “Perché ora?“. C’era bisogno di arrivare ad una situazione così disastrosa per rendersi conto di aver fatto scelte sbagliate (eccetto l’acquisto di Fofana) per tutta l’estate? I tifosi più scettici avevano previsto tutto questo e, purtroppo, hanno avuto ragione. L’ambiente attorno alla squadra è diventato sempre più tossico, con stampa e tifoseria che non perdono – giustamente – occasione per sottolineare l’inferno da cui neanche il Diavolo riesce più ad uscire.
Neanche la conquista di un trofeo dopo due anni e mezzo di astinenza ha risanato le molteplici ferite di questi sei mesi folli, difficile che una rivoluzione a gennaio possa sistemare le cose. La qualificazione per la prossima Champions League si fa sempre più lontana, nonostante i punti dal quarto – ed eventualmente quinto – posto non siano impossibili da recuperare.
Il problema vero e proprio è che in prospettiva non si vedono miglioramenti, e la disfatta di Zagabria ha buttato giù moralmente anche il tifoso più ottimista. Non si vede luce all’orizzonte, forse la rivoluzione potrà giovare a lungo termine, ma farla in quattro giorni e soprattutto prima di una gara importante come il Derby di Milano non può che creare più confusione.
Il Milan è in balia delle onde dell’oceano, prima Fonseca e poi Conceicao non sono riusciti a controllare il timone di una nave che sembra andare incontro ad una stagione fallimentare come poche, considerando anche la quantità (in milioni di euro) di risorse investite. Dov’è lo spirito Milan che tante volte ha tirato fuori dai guai anche Pioli? Dov’è lo spirito di questa squadra? Dov’è la società?


