Indubbiamente il turno appena concluso è un turno da bicchiere mezzo pieno. La prestazione col Genoa è stata largamente insufficiente per diversi singoli, ma ha portato i tre fondamentali punti per continuare ad alimentare la possibilità di finire nelle top 4, che Super League permettendo, varrebbe comunque l’accesso alla Champions League.
Ad esclusione di Kjær e Kessie, non smaglianti ma sempre sul pezzo, il resto dei giocatori con un certo grado di responsabilità, ha in parte tradito. Theo pare vivere la partita con quel pizzico di leggerezza che ne annulla le potenzialità. Manca la sua prorompenza, la sua sfrontatezza che genera occasioni da gol. Pur avendo ricomposto il tandem con Rebic che ne bilancia tatticamente le folate, rimane troppo sottotono.
Tanti passaggi sbagliati e tempi di gioco persi invece da parte della cerniera centrale offensiva. Bennacer e Calhanoglu hanno determinato poco, sia per ritmo, sia per poca precisione. Se per l’algerino l’attenuante infortuni ancora incide, per il turco iniziano ad esser tante le partite sotto il 6. Tuttavia Pioli lo ritiene imprescindibile e ha optato per inserire Diaz non al suo posto ma per un più che discreto Saelemaekers.
Col killer instinct latente di Leao e l’uscita avventurosa di Donnarumma sul finale, si chiude un quadro sui singoli non dei migliori. Per difendere il secondo posto serve necessariamente di più. Non può la sola assenza di Ibra portare ad un abbassamento del livello di questo tipo, perché nelle sette partite da qua alla fine ci saranno scontri diretti e sfide contro squadre in corsa per i propri obiettivi. Occorre un altro piglio, fin da subito, perché nelle prossime tre giornate si decide buona parte della stagione in corso.
