Nemmeno il tempo di tornare in campo che già scattano le prime discussioni tra dirigenti sportivi e Lega Calcio. Sono passate 24 ore dalla decisione ufficiale avallata da governo, in merito alla ripartenza delle attività agonistica, e subito sono scattate polemiche. Oggetto del contendere? Un calendario troppo fitto.
Era sostanzialmente inevitabile che le partite fossero serrate. Il tempo è poco, le partite molte. Il risultato é che sopratutto l’inizio sarà di fuoco per alcune società. Quella più in difficoltà, se tutte le date verranno confermate, sarà l’Inter, che bello scenario peggiore o migliore a seconda dell’interpretazione, potrebbe giocare la semifinale di ritorno di Coppa Italia il 13, la finale il 17, il recupero di campionato il 21 e l’infrasettimanale il 24 o 25 giugno.
Perdonate la raffica di numeri, ma un’ipotesi nemmeno troppo peregrina di ciò che potrebbe accadere tra qualche settimana. Quattro gare in dodici giorni, un tour de force complicato fa fronteggiare durante una stagione regolare, figuriamoci dopo una pausa di tre mesi, peraltro per buona parte di inattività.
Qualcuno malignamente potrebbe pensare: “avete voluto la bicicletta, ora pedalate”, e forse tutti tutti i torti non li avrebbe nemmeno. La sostanza è che si è insistito tanto per ricominciare, ben sapendo che i tempi sono stretti, i campionati devono chiudere entro il 2 agosto, poi spazio alle coppe europee. Siamo sicuri che il gioco valga la candela? Sky non pagherà comunque l’ultima tranche dei diritti TV alle società e gli incontri così ravvicinati produrranno un numero elevato di infortuni e partite da ritmi simili a quelli delle amichevoli d’agosto. È questo il calcio che vogliamo?