Resettare. E ripartire. Da quella che storicamente è la competizione del Milan. San Siro è pronto a vivere una notte di quelle magiche. A prescindere da come andrà. La batosta di Torino ha fatto male ma giocare subito dopo quando perdi così serve sempre. Serve per non vivere nell’angoscia un’intera settimana. Serve perché schiumi ancora di rabbia e non ti è passata. Serve perché la testa va più delle gambe e non senti la stanchezza. Serve perché hai la possibilità di far vedere che quella sconfitta è stata solo una casualità. Ma devi farlo.
Un Milan che in trasferta in campionato non perdeva dallo scorso 20 novembre. Un anno intero fatto solo di vittorie e pareggi lontano da San Siro. E se si perde dopo così tanto tempo tutto è tranne che una tragedia. Certo la sconfitta è la numero due in dodici giornate, forse già un po’ troppe come i punti di distacco dal Napoli capolista che sono sei, ma il tempo c’è e può aiutare.
MILAN-SALISBURGO: DENTRO O FUORI
E domani sarà già tempo di primi verdetti. Dentro o fuori. Una grande notte o una notte da incubo. Con il Salisburgo il Milan si gioca una bella fetta di stagione. Con il Salisburgo il Milan si gioca gli ottavi di finale. Un traguardo che negli anni d’oro era una formalità ma che con il passare del tempo è diventato sempre di più una rarità. Sono passati otto anni dall’ultima volta. Che coincideva poi con l’ultima apparizione assoluta in Champions League prima del ritorno la scorsa stagione. L’avversario era l’Atletico Madrid come abbiamo già ampiamente parlato un anno fa quando si ritornava nell’Europa che conta e di fronte ci si ritrovava sempre loro.
UN SALTO INDIETRO
Ma tornando indietro nel tempo quell’edizione della Champions League, 2013-14, fu l’ultima in cui il Milan superò la fase a gironi. E l’ultima volta che la Juventus fu eliminata ai gironi prima di quest’anno. Piccola parentesi.
Allora era il gruppo H, le avversarie Barcellona, Ajax e Celtic. L’esordio a San Siro fu un successo con il 2-0 agli scozzesi. La seconda un 1-1 ad Amsterdam al cardiopalma con un rigore di Balotelli al 94’. La doppia sfida con il Barcellona non andò malissimo. 1-1 a San Siro e 3-1 al Camp Nou. Che non sono risultati così positivi ma non sono nemmeno le due sconfitte senza appello – al ritorno forse sì – come successo con il Chelsea quest’anno. La quarta è il famoso 0-3 in Scozia firmato Kakà, Zapata e Balotelli, l’ultimo giocatore italiano a segnare un gol in Champions con la maglia del Milan prima di Pobega qualche settimana fa.
L’ultima giornata a San Siro era decisiva per il secondo posto. Proprio come lo sarà domani sera. Due risultati su tre a favore. Il Milan con 8 punti sfidava l’Ajax a quota 7. Adesso i punti rossoneri sono 7 e quelli del Salisburgo 6. L’espulsione di Montolivo dopo 20’ lasciava presagire al peggio con settanta minuti di sofferenze e preghiere. L’Ajax attacca ma il muro rossonero non cede. Alla fine è 0-0. Il minimo sindacale e gli ottavi in tasca. Da secondi in classifica dietro a quel Barcellona che di certo non è quello di adesso. Giusto per provare ad innescare qualche piccola polemica. Ma basta così.
Adesso pensiamo al campo. Adesso pensiamo al Salisburgo. Per vivere un’altra grande notte europea come quelle del passato. Per vivere un’altra grande notte con in mano il proprio destino. Senza dipendere dagli altri come un anno fa. Per resettare Torino e ripartire. Ripartire – forse – dalla competizione più bella che c’è. Ripartire – forse – dalla competizione preferita del Milan.