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Rangnick parla e lancia frecciatine al Milan. Quando la volpe non arriva all’uva…

Non è passato nemmeno un mese da quando il Milan ha comunicato la conferma ufficiale sulla panchina di Stefano Pioli anche per la prossima stagione e, quindi, la conseguente rinuncia a Ralf Rangnick, tecnico e dirigente tedesco che sembrava ormai in procinto di sposare il progetto Milan e diventare coach e manager a tutto tondo. Non sapremo mai totalmente i retroscena che hanno portato a questa decisione, né di chi sia stata la prima mossa che ha portato alla non celebrazione di un matrimonio che sembrava ormai fatto, ma da stamattina ne sappiamo un po’ di più su quello che è il pensiero del tecnico tedesco e di quello che sarebbe stato il suo Milan. Dopo alcune dichiarazioni già rilasciate lo scorso 6 agosto in cui diceva che non sarebbe stato saggio per il Milan cambiare proprio quando i risultati stavano arrivando, Rangnick è tornato a parlare e lo ha fatto affidando le sue parole alle colonne dell’edizione cartacea della Gazzetta dello Sport, in edicola questa mattina. Tanti i temi trattati, ma ancor di più i titoli che il tedesco ha lanciato, facendo capire, una volta ancor di più, che si tratta comunque di un personaggio interessante e originale e non di una figura scontata e banale, ma questo probabilmente lo sapevamo già tutti.

Rangnick a tutto tondo, da Maldini ad Ibra. Le frecciatine al Milan

Nelle parole dedicate al Milan all’interno dell’intervista alla Gazzetta, l’ex responsabile dell’area tecnica della Red Bull Calcio ha prima confermato il fatto che la trattativa c’era ed era reale, che era cominciata addirittura ad Ottobre, quando il Milan si trovava quasi in zona retrocessione, ma che non è mai stato firmato alcun contratto o penale e poi ha ribadito che non sarebbe stato saggio cambiare Pioli visti i risultati post lockdown, ammettendo anche di aver apprezzato le parole sempre pacate del tecnico parmigiano nelle interviste. Poi, però, sono arrivate le frecciatine e le bordate che fanno intendere che forse c’è qualche sassolino che Rangnick ha voluto togliersi dalle scarpe. Su Maldini e Boban, che in passato avevano criticato alcuni atteggiamenti del tedesco, ma avevano anche messo in dubbio il suo essere un tecnico da Milan ha detto:“Nella vita una delle mie regole è: non parlare di chi non conosci personalmente. E da parte mia non è mai stata detta mezza parola sul Milan, mai. Posso parlare di Maldini ex calciatore: è stato straordinario, una leggenda vera e propria. Ma non posso dire lo stesso da direttore sportivo: semplicemente, non lo conosco in questo ruolo. Da esterno ci si può chiedere se la proprietà è contenta dei risultati in rapporto al denaro investito negli ultimi anni. Io causa del divorzio tra Boban e il Milan? Dovete chiedere a chi rappresenta il club”

Queste invece le dichiarazioni su Ibra“La domanda è, perché il Milan si era rivolto a me e cosa mi voleva far fare? Magari cercava una svolta. Lavoro alla crescita e i giovani imparano molto più in fretta. Non è nel mio stile insistere su giocatori di 38 anni: non perché non siano abbastanza bravi, e Ibra certamente lo è, ma perché preferisco creare valore e sviluppare il talento. Per me ha poco senso puntare su Ibra o Kjaer, ma è la mia idea, né giusta né sbagliata, semplicemente diversa. Quando Ibra ha detto di non conoscermi non aveva torto, perché anch’io non lo conosco personalmente, non avendoci mai parlato”. 

Caro Rangnick, perché questi attacchi se la scelta di non venire è stata tua?

Ora, a leggere queste parole viene quantomeno il dubbio se si tratti di dichiarazioni avvelenate dovute al fatto che il Milan lo abbia scaricato e abbia preferito continuare con Pioli dopo averlo corteggiato per mesi. Ripeto, non sappiamo e non sapremo mai probabilmente come sono andate realmente le cose, se il tedesco sia stato realmente sedotto e abbandonato o se sia stato lui a decidere di non sposare il progetto, non essendone convinto al 100%. Sappiamo però interpretare un pochino le parole e le dichiarazioni e, conoscendo un po’ di psicologia spicciola, il tedesco appare davvero un’amante abbandonato all’altare prima del fatidico sì, dopo essere stato sedotto e condotto fino a quel punto. Perché seno caro Rangnick parlare in quel modo di una società, se hai scelto tu liberamente di non andarci? E, ancora, come mai lanciare una frecciatina così velenosa sull’operato ed il lavoro di Maldini? Come mai bisognava puntualizzare che Ibra e Kjaer non dovrebbero far parte di un progetto che guarda al futuro? Non sempre i proverbi o i detti popolari ci prendono in pieno, ma la storia della volpe che non arriva all’uva e dice che è acerba, in questo caso ci sembra davvero poco distante dalla realtà.

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