HomePrimo PianoA proposito di Rangnick, Almstadt e Moncada

A proposito di Rangnick, Almstadt e Moncada

Per il mio esordio su milanpress.it vorrei ricordare a tutti un compleanno, appena trascorso, quello del 14 aprile. Il 14 aprile 2017, tre anni fa, si celebrava il tanto sospirato “closing”. Quel “closing” che nel 2015 avrebbe dovuto consegnare il nostro amato Milan nelle misteriose mani del faccendiere thailandese Mr. Bee e che nel 2017 lo ha consegnato a quelle ancora più misteriose del miliardario “sulla carta” Yonghong Li.

Fine era. Il 13 aprile 2017 si concludeva ufficialmente la presidenza Berlusconi e quel giorno fu salutato dal 90% dei milanisti come un giorno di festa, per molti addirittura una “liberazione”. Il closing si era reso possibile solo grazie al prestito di 300 milioni da parte di Elliott al fantomatico gruppo cinese che dunque nei fatti partiva già male. Come si poteva pensare che un non meglio precisato gruppo di imprenditori cinesi potesse costruire un “grande Milan” quando aveva avuto bisogno di un hedge found americano per completare l’operazione di acquisizione del pacchetto azionario di maggioranza. Eppure tutti ci credevano.

Verità. Il paradosso è che tutti i tifosi del Milan contestavano Berlusconi attribuendogli fallimenti e bugie negli ultimi anni di gestione, ma tutti credevano ciecamente alla bugia più grande e grave di tutte, cioè che avrebbe lasciato il Milan in mani sicure, pronte a farlo tornare agli antichi fasti. A quella ci hanno creduto tutti. Mal gliene incolse. Noi siamo stati tra i pochi, anzi pochissimi, a mettere in dubbio fin dal principio l’impalcatura di questa nebulosa operazione finanziaria. Siamo stati tra i pochi, anzi pochissimi, a prevedere che il 14 aprile 2017 sarebbe cominciata un’epoca nera per la storia del Milan. Siamo stati tra i pochi, anzi pochissimi, a spiegare che dopo gli anni crepuscolari del Milan berlusconiano sarebbe arrivata la notte, misteriosa e tenebrosa. Un buio che ancora non vede la luce.

Mercato. Eppure quel 14 aprile 2017 erano tutti entusiasti nel salutare l’addio di Galliani e l’arrivo della coppia Fassone-Mirabelli e del loro mercato fantasmagorico. Peccato che oggi, a tre anni di distanza e in piena emergenza Coronavirus, tutto il mondo del calcio italiano e non solo chiede a Galliani i consigli su come ripartire, mentre Fassone e Mirabelli sono caduti nel dimenticatoio. Degli 11 giocatori pagati complessivamente 270 milioni da Mirabelli nel Milan di oggi resta poco o niente. E quel poco che resta non vale quasi nulla, mentre gli ultimi pezzi pregiati della rosa rossonera, Donnarumma e Romagnoli, risalgono ancora al famoso crepuscolo gallianesco.

Trombettieri. Non abbiamo mai smesso di provare a raccontare un’altra prospettiva di quello che stava accadendo al Milan. Non la prospettiva dei trombettieri di corte che proprio in questi anni di molteplici passaggi di proprietà e innumerevoli cambi dirigenziali si sono moltiplicati a dismisura. A tutti i livelli: dagli influencer ai giornalisti, o supposti tali. Una prospettiva lucida e disincantata, purtroppo anche cruda e realistica. Una prospettiva scomoda per la società e non piacevole per i tifosi. Abbiamo scelto questa prospettiva a costo di essere criticati, insultati e in alcuni casi minacciati. Spesso purtroppo con la compiacenza, se non con la connivenza, di colleghi o supposti tali. Purtroppo i fatti ci hanno dato ragione perché quell’enorme bolla illusoria che si era gonfiata il 14 aprile 2017 è scoppiata e dentro c’erano tutti i protagonisti. Compresi purtroppo i tifosi. E compreso purtroppo il Milan.

Elliott. La favola non a lieto fine del cinese misterioso è durata un anno, dopodiché è successo ciò che era già stato pianificato un anno prima, cioè che Elliott assumesse il controllo diretto della società. Lo stesso Hedge Found che un anno prima aveva prestato a Li 300 e passa milioni. E non a caso molte delle facce presenti nel cda dei cinesi sono rimaste le stesse anche nel CDA di Elliott, in primis il presidente Scaroni. Si sono succeduti allenatori e dirigenti a ripetizione, ma il nuovo punto di riferimento della “proprietà” è diventato Ivan Gazidis. Inizialmente meno appariscente e prorompente della coppia Fassone-Mirabelli, ha poi inanellato una serie di scelte e decisioni che si sono rivelate discutibili o addirittura sbagliate. Non stiamo ad elencarle, ma per valutarle tutte basta constatare le attuali condizioni della squadra e della società.

Gestione. Il peggior Milan di sempre dal punto di vista dei bilanci, uno dei peggiori dal punto di vista tecnico. Con un valore del brand in caduta libera e una credibilità polverizzata. Lontano non solo dal gotha del calcio europeo, ma anche dalle “grandi” italiane. Negli ultimi due anni ci siamo fatti travolgere dall’entusiasmo di Gattuso, fiaccato in tutti i modi da Gazidis e company. Abbiamo continuato a elogiare Donnarumma, unico vero fuoriclasse in rosa, che era stato pesantemente criticato e addirittura definito “traditore” dai tifosi. Abbiamo provato a capire e a far capire chi in campo e fuori provava a lavorare per il bene comune e per avere un Milan unito e chi invece coltivava soltanto i propri interessi personali. Ci siamo goduti le ultime prodezze di Ibra. Abbiamo difeso Boban e Maldini che nonostante gli errori hanno provato ad agire nell’interesse del Milan. Ma è arrivata la decisione più discutibile tra tutte quelle prese o non prese da Gazidis, cioè il licenziamento a metà stagione del dirigente croato. Ed allora non abbiamo risparmiato le critiche a Gazidis. Alle quali hanno fatto da contraltare i primi precoci endorsement del nuovo corso teutonico di Rangnick e Almstadt.

Futuro. La comunicazione di regime ha appena cominciato. Da qui fino all’insediamento dei “nuovi” assisteremo a un crescendo rossiniano nella descrizione delle qualità e degli straordinari risultati ottenuti nelle carriere dei vari Rangnick, Almstadt e Moncada. Non posso fare a meno di ricordare quando vennero prodotti i CV di Yonghong Li e company, quelli in cui si parlava delle inesistenti miniere di fosfato. Noi, consapevoli che per valutare l’operato del nuovo assetto dirigenziale saranno sempre il campo e i bilanci a parlare, ci limitiamo a segnalare che oltre ai meriti ci sono anche i demeriti nelle carriere dei “nuovi”. E quando leggeremo ad esempio che Almstadt è destinato a diventare un bravissimo direttore sportivo, ci limiteremo a ricordare anche che la sua unica esperienza in carriera è una stagione a Birmingham, una stagione in cui l’Aston Villa è retrocesso dopo 30 anni. E’ questo non lo facciamo per fare i “bastian contrari” o perché non amiamo il Milan. Tutt’altro. Lo faremo proprio perché amare il Milan significa aprire gli occhi ai suoi tifosi e fare in modo che non continuino a essere illusi e presi in giro. Proprio come accadde quel 14 aprile 2017. Noi continuiamo a fare questo, sperando che un giorno potremo davvero tornare a raccontare le imprese di un Milan bello, vero e trasparente. Ringrazio Milanpress che ci dà la possibilità di farlo. Liberamente.

Altre notizie

Calabria sceglie i migliori terzini della storia del Milan: il video

Davide Calabria è stato il protagonista del video pubblicato sui canali Instagram della Serie...

Newcastle, Tonali accusato di scommesse anche dopo il passaggio in Inghilterra: il comunicato del club

Arrivano nuove accuse per Sandro Tonali questa volta dalla Football Association che sostiene che...

Milan Primavera: Diego Sia rinnova fino al 2028

Importante novità per il futuro del Milan. I rossoneri hanno infatti trovato l'accordo per...

CorSport: il Milan ritrova il motore del centrocampo. Bennacer è pronto a riprendere per mano il Diavolo

Il Milan ritrova il suo motore del centrocampo. Come evidenzia l'edizione quest'oggi in edicola...

Ultim'ora

Calabria sceglie i migliori terzini della storia del Milan: il video

Davide Calabria è stato il protagonista del video pubblicato sui canali Instagram della Serie...

Newcastle, Tonali accusato di scommesse anche dopo il passaggio in Inghilterra: il comunicato del club

Arrivano nuove accuse per Sandro Tonali questa volta dalla Football Association che sostiene che...

Milan Primavera: Diego Sia rinnova fino al 2028

Importante novità per il futuro del Milan. I rossoneri hanno infatti trovato l'accordo per...