Se è vero che il segreto di questo Milan che conquista 24 risultati utili consecutivi è “il gruppo che sta diventando leader” non possiamo chiudere gli occhi e non sottolineare alcune personalità che, all’interno del gruppo, stanno pian piano seguendo la via tracciata da Zlatan Ibrahimovic. Ad esempio, come non evidenziare l’apporto tecnico e carismatico di Hakan Calhanoglu? Se l’amico Ibra è certamente un motivo per cui i rossoneri possono vincere lo scudetto, il turco possiamo piazzarlo nel primo gradino sottostante. Da gennaio mister Pioli gli ha regalato una seconda giovinezza (non che sia vecchio) rispolverando molte di quelle qualità che con Montella, Gattuso e Giampaolo stavano per smarrirsi.
Calhanoglu, un 10 operaio quando serve
Dal post lockdown alle prime uscite di questa stagione Calhanoglu ci ha sempre abituato a grandi giocate collezionando molti gol ed assist. Un po’ a sorpresa il turco deve ancora mettere il timbro in campionato, quando invece in Europa League è stato decisivo. Calo di rendimento? Niente affatto. In primis c’è da considerare che l’ex Bayer Leverkusen è tra i più utilizzati di mister Pioli e non potrà garantire gol e assist per tutte le 50 e oltre partite della stagione. In più, l’utilità del turco non si basa solamente nel saper incidere negli ultimi metri. Contro l’Udinese probabilmente non si è vista la solita fantasia, i soliti lanci, le solite azioni tra le linee, ma la generosità nel fiondarsi in tutti i palloni non può sempre passare in secondo piano. Quando c’è un certo Ibrahimovic che te la risolve, avere in squadra certi calciatori è oro che cola dal cielo. Un’altra versione di Calha, un 10 operaio che qualsiasi tecnico vorrebbe allenare.
Calhanoglu, vice Ibra quando occorre
Passiamo invece alla versione che ci piace di più, quella del 10 che inventa e incide. Come ribadito prima, il dato gol in Serie A è ancora a zero ma ci sono stati molti altri momenti in cui le sue giocate sono state decisive nel punteggio finale. Basta pensare al filtrante che ha fatto guadagnare ad Ibra il rigore nel derby, alla punizione che ha permesso a Leao di sbloccare il match contro lo Spezia, il rigore procurato contro la Roma (generoso, ma pur sempre procurato). Se parliamo di marcature invece dobbiamo spostarci alle partite europee: la rete allo Shamrock, la doppietta al Bodo ed il rigore in extremis in Portogallo (a cui poi ne seguiranno altri due). La partita contro il Rio Ave ci ha mostrato tutta la sua leadership. Il coraggio di prendersi sulle spalle la squadra ed andare a battere un rigore che avrebbe deciso le sorti di una buona parte di stagione. In assenza di Ibra, è lui il leader del Milan. Questo è il Calhanoglu made in 2020, un calciatore che oltre ai gol sa garantire quantità e leadership. Anche lui, come altri, da tenere a tutti i costi.