Il centrocampista del Milan, Tommaso Pobega, è stato intervistato da Il Piccolo, quotidiano di Trieste, sua città natale e sede dell’amichevole di domani tra i rossoneri ed il Panathinaikos. Queste le sue dichiarazioni: “Essere triestino e giocare nel Milan? Me ne sono accorto soprattutto nei primi anni in rossonero. Quando si veniva a sapere che ero triestino scattavano subito i ricordi. ‘Ma allora sei come Rocco, Maldini…‘ Confronti impegnativi, ma piacevoli. Eppure a casa Pobega non ci sono tifosi accaniti di calcio, mio nonno simpatizzava per la Juventus…”
Pobega racconta i suoi inizi: “Sono stato al San Luigi dai 5 ai 9 anni, poi un paio di stagioni alla Triestina, una al Trieste Calcio e a 14 anni il passaggio al Milan. Merito di Loris Pradella che mi aveva visto quando giocavo con la Triestina e aveva continuato a seguirmi anche a Borgo San Sergio. Avevo fatto qualche provino ma erano state le sue relazioni evidentemente a convincere il Milan. Il mio futuro? Ho un contratto fino al 2025, mi fa piacere sentire questa fiducia, io posso solo cercare di confermarmi. Il mio modello? Avrei solo l’imbarazzo della scelta. Dico Gattuso, l’ho avuto come tecnico alla Primavera e mi ha trasmesso molto, non solo sul piano della competenza calcistica ma anche umanamente. Tecnicamente mi rimetto all’opinione degli altri, dicono che ricordo Ambrosini”.
Pobega conclude: “Domani mi aspetto che Trieste si faccia sentire come una piazza che ama il calcio. Posso assicurare che sarà una partita vera, si tratta dell’ultimo test prima dell’inizio del campionato, si fa sul serio. Quando ci sono grandi eventi i tifosi triestini hanno sempre risposto presente. Dopo un anno e mezzo lontano dallo stadio abbiamo tutti bisogno di tornare alla normalità e anche una partita di calcio serve, eccome. Se poi in campo c’è il Milan e si gioca a Trieste…“.