HomeIn evidenzaNoi delle plusvalenze Juve ce ne freghiamo: abbiamo il modello Milan

Noi delle plusvalenze Juve ce ne freghiamo: abbiamo il modello Milan

Mentre tutta l’attualità è rivolta all’inchiesta della Procura di Torino sulle plusvalenze Juve e sui bilanci della Juventus, noi godiamo con il modello Milan. Mentre tutti indagano su un modello artificiale di soldi/non soldi registrati a bilancio, noi ci gongoliamo per una società che ha messo a posto (e lo sta ancora facendo) i conti del Diavolo. Insomma, si gode ragazzi.

Plusvalenze Juve e modello Milan: devo dirvi chi ha vinto? 

Certamente fino ad un pronunciamento finale, tutti sono innocenti. Di certo, però, l’indagine della Procura di Torino e i continui richiami di vari esponenti del mondo del calcio al fatto che il sistema sia malato da tempo, ci fanno capire una serie di cose. In primis che, forse, quanto accaduto era preventivabile. O che forse, sotto sotto, un po’ tutti sapevano quello che accadeva (ma dico forse, eh, siamo tutti innocenti fino al giudizio finale).

Quando il Milan di Elliott disse no a plusvalenze e affini

Perché c’è stato un momento in cui anche il Milan di Elliott aveva sentito l’odore delle plusvalenze. Pensate banalmente a Patrick Cutrone: cresciuto nel settore giovanile del Milan, venduto nell’estate del 2019 al Wolverhampton, in Inghilterra, per 18 milioni di euro. Soldi freschi, da mettere lì in cassa, da far brillare a bilancio. Da fare plusvalenza netta, no? Manco per sogno, quei soldi sono serviti a coprire il primo anno di ammortamento dei cartellini di Theo Hernandez, Leao, Bennacer, Krunic. E di esempi se ne potrebbero fare diversi, da Locatelli a Suso fino ad Hauge. 

Milan: Jens Petter Hauge - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Jens Petter Hauge – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Il modello Milan, quello che piace a noi

La gestione Elliott, in sintesi, si è sempre distinta per un percorso ben preciso: un risanamento dei conti dell’azienda Milan con una strada maestra che è quella dell’aumento dei ricavi. E non come, qualora dovesse essere confermata la veridicità dell’indagine della Procura di Torino, si capisce, la Juventus, che trovava vie differenti. La società, che oggi ha visto insediarsi ufficialmente il nuovo amministratore delegato, Giorgio Furlani, che ha preso il posto di Ivan Gazidis, è al lavoro per aumentare i ricavi, punto. A noi le scorciatoie non interessano.

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