HomeIn evidenzaPioli, un'annata sulle montagne russe, tra infortuni e tormentoni

Pioli, un’annata sulle montagne russe, tra infortuni e tormentoni

La parabola di Pioli da allenatore del Milan pare aver preso una curva complessa da raddrizzare. Come va di moda dire di questi tempi, la squadra ha overperformato per 6 mesi a cavallo di due stagioni e ora è alle prese con una frenata di gambe e testa che non ha precedenti storici. Non può esser messo sotto processo perché con una rosa che gli ha consentito di arrivare sesto la passata stagione in rincorsa, ha avuto poi 9 rinforzi tra settembre e gennaio che assomigliano più a scommesse che non ad acquisti per svoltare il valore della rosa.

Tuttavia alcuni demeriti oggettivi gli vanno imputati. Il primo è il lavoro coordinato con lo staff dei preparatori atletici, che ha generato troppi infortuni muscolari. Questa situazione alla lunga ha reso impossibile la continuità tecnica, il Milan non riesce più ad esprimersi come fatto fino a dicembre e al momento fa risultare appannato anche uno come Kessie che invece per mesi è stato padrone in ogni gara. Inoltre sono state poche le volte in cui si è usciti dal 4231, modulo che con Ibra e una tenuta fisica generale dà certe garanzie di qualità e quantità, ma senza è un’arma a doppio taglio che è costata in tre circostanze dei 3-0 durissimi con Atalanta, Inter e Lazio.

A sua discolpa è altrettanto evidente che sia un merito forse effimero ma enorme, aver tenuto in testa alla classifica questo gruppo per 22 giornate. Qualcosa di impensabile che non a caso ha avuto una durata limitata. Da gennaio in poi il rendimento è stato calante e le prestazioni spesso rispecchiano questo andamento. Ha perso a livello di tenuta mentale o fisica per lungo tempo almeno quattro titolarissimi: Bennacer non ha più ritrovato il ritmo gara dopo i problemi al flessore. Calhanoglu post covid non è più il primo a pressare ne tantomeno il primo a ribaltare il gioco una volta in possesso. Theo non mette più attenzione, agonismo e ferocia da troppo tempo e Ibra ha fatto meno della metà delle partite.

A tutto questo calderone, a questo tritacarne altrimenti conosciuto come stagione 2020/21, c’è da inserire anche lo stress e le pressioni dei rinnovi. La questione Donnarumma è apertissima e vediamo l’alba del mese di maggio, così come per il 10 turco. Umanamente non son situazioni semplici da gestire per nessuno, figuriamoci a Milanello con un rush finale così tosto da preparare. Nessuno crede che Pioli sia il miglior allenatore in assoluto, ma se in estate la dirigenza pensasse di cambiar guida tecnica, dovrebbe farlo solo a fronte di un big, altrimenti si rischierebbe di ripartire da 0 per l’ennesima volta e guardando al reale potenziale della rosa, senza troppe possibilità di esser di nuovo pronti a lottar per le top 4.

Milan: Stefano Pioli - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Stefano Pioli – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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