Nel periodo di Carnevale, Stefano Pioli entra in pieno nel clima dei festeggiamenti, ed idealmente si traveste per dare la svolta al suo Milan. Nel momento forse più difficile dei suoi quattro anni sulla panchina rossonera, infatti, il tecnico emiliano sembra quasi essersi trasformato in un suo collega, quel Massimiliano Allegri padre del “corto muso“. O anche, magari, in un moderno Niccolò Machiavelli, colui secondo il quale “il fine giustifica i mezzi“. D’altra parte, se intendeva riemergere, l’allenatore campione d’Italia qualcosa doveva pur cambiare al suo Diavolo, soprattutto là dietro, dopo il terrificante score di gol subiti nel mese di gennaio:ecco, dunque, una difesa a tre mai vista da quando l’ex Fiorentina siede sullo scranno di San Siro, per avere maggiore densità e copertura.
Pioli ha blindato la difesa
Il “nuovo” Milan mostra più capacità e voglia di soffrire da parte di tutti, trovando le note più liete ovviamente dal reparto difensivo, al terzo clean sheet consecutivo in otto giorni dopo quelli contro Torino e Tottenham. Le buone notizie partono già da Tatarusanu, intorno al quale il vento pare decisamente cambiato; Thiaw, oggetto misterioso fino ad una decina di giorni fa, è ancora una volta tra i migliori, arcigno e mai restio alla battaglia; Kalulu è perfetto per il ruolo di braccetto destro, ed il ritorno di un Tomori ai livelli della scorsa stagione costituisce certamente un’ottima notizia. Bene anche Theo Hernandez, al netto del gol clamorosamente sbagliato: dopo un post-Mondiale molto complicato, sta tornando quello dei coast-to-coast palla al piede che fanno tremare le difese avversarie.
Ora va registrata la fase offensiva
L’altra faccia della medaglia è che da centrocampo in su persistono i problemi: De Ketelaere, sul quale chi scrive continua a riporre fiducia massima, prosegue nel suo periodo di evidente smarrimento, sbagliando il secondo gol clamoroso dopo quello di martedì in Champions League. La stanchezza ha presentato il conto a Tonali e Krunic, ma, nonostante ciò, gente come Adli e Vranckx continua a prendere freddo in panchina; tuttavia, la nota davvero negativa del match di ieri all’U-Power Stadium di Monza risponde al nome di Divock Origi, che ha gettato alle ortiche la chance concessagli da Pioli con un impiego dal primo minuto.
Insomma, il Milan è decisamente più brutto rispetto alla scorsa stagione, e Pioli pare aver definitivamente – almeno per questa stagione – sacrificato il bel gioco sull’altare del risultato. Un giorno si dovrà giocoforza tornare a ragionare su come andare oltre questo pallido 3-5-2 (o 5-3-2), ma al momento “il fine giustifica i mezzi”: prendiamoci per buoni questi tre 1-0, che ci permettono di recuperare una posizione di classifica migliore, oltre a sognare di entrare tra le otto migliori otto d’Europa.