Benché Lecce non richiami grandi ricordi in questa stagione, per Pioli non potrebbe mai essere una partita banale. Consolidare il secondo posto è in cima alla lista degli obbiettivi a breve termine, ma avvicinandosi al match non si può non ripensare a quel che questo incontro ha rappresentato quattro anni fa. Un Pioli entrato in punta di piedi nello sconforto generale, un 4-3-3 appena modellato con un giovane Leao prima punta, affiancato da Suso e Calhanoglu. Una classifica che vede il Milan ormai ai margini della zona Europea, ancora una volta. E dall’esterno, già una pioggia di Pioli-out.
Altro Lecce, clima simile
Da quel 20 ottobre 2019 son passati quasi cinque anni, uno scudetto e una semifinale di Champions League. Era un Milan con ancora Calhanoglu, il 10 di allora, esterno alto. Mentre Leao, il 10 di oggi, ancora galoppava da prima punta. Calabria, oggi titolare indiscusso, si sedeva in panchina in favore di Conti. E di Bennacer non si ricorda molto. Di quell’undici iniziale oggi ritroviamo solamente, oltre a Rafa, Theo Hernandez, non a caso i due gioielli più preziosi di Redbird. È cambiato un mondo. Ma in qualche modo, in questo inizio di stagione si sono rivissute emozioni molto simili. Un Pioli contestatissimo, ad esempio. Dopo aver lasciato anzitempo le coppe e il treno per lo scudetto, tra Pioli e il Diavolo ormai sembrava finita al 90’ di Milan-Atalanta. Anche se dai piani alti non sono mai trapelati segnali di addio. “Deve continuare così, sta facendo un buon lavoro e siamo felici”, parole di Ibra ad inizio marzo. Che ricordano un po’ quel che disse a suo tempo Gazidis: “Pioli è arrivato in una situazione difficile, si sta comportando in maniera esemplare. Il suo lavoro è di altissimo livello”. Negli occhi della gente, oggi come allora, tanti dubbi.
Dopo Lecce, Sassuolo e conferme
Dopo quel 2-2 riacciuffato nei secondi finali da Calderoni, la storia la conosciamo. Il fondo toccato a Bergamo, poi la rinascita dopo il lockdown che ha visto Pioli e i suoi inanellare vittorie su vittorie, perdendo solamente il derby, dopo un gran primo tempo. Quest’anno è successa quasi la stessa cosa. Nel 2024 i rossoneri hanno cambiato marcia, aggiudicandosi 14 successi in 18 partite in tutte le competizioni. E dopo tanti risultati, come nel 2020, giungono le conferme. Dopo le frasi incoraggianti di Furlani “Nessuno dalla società ha mai parlato di panchina a rischio. Ha fatto risultati importanti, ora sarebbe ingeneroso valutarlo a seconda del derby o dell’Europa League” è arrivata la conferma di Paolo Scaroni “Ho sempre detto che Pioli resta, siamo affezionati a lui e lui lo è a noi. E poi sta vincendo e a me piacciono gli allenatori che vincono”. Se uniamo le parole di Ibra, Furlani e Scaroni, viene davvero difficile pensare che la prossima stagione ci siano delle sorprese in panchina. Dopotutto, Pioli vanta ancora un anno di contratto. Conferme, dunque. Come col Sassuolo quattro anni fa. E guardate un po’ chi incontreremo dopo il Lecce…