HomePrimo PianoPaquetà, tutti i disagi rossoneri e un addio sempre più probabile

Paquetà, tutti i disagi rossoneri e un addio sempre più probabile

Quella tra Lucas Paquetà ed il Milan è una scintilla che non è mai scoccata del tutto e che ora sembra essersi spenta quasi definitivamente. Se il campionato dovesse ripartire Stefano Pioli avrebbe bisogno di tutti gli elementi disponibili in rosa e, giocando praticamente ogni tre giorni, anche le cosiddette riserve sarebbero importanti per dare il giusto ricambio e far rifiatare i titolatissimi. Ecco che il brasiliano potrebbe tornare utile, cercando di riscattare i suoi deludenti quattordici mesi effettivi da calciatore del Milan. Al netto di questa flebile speranza, però, il destino del centrocampista verdeoro sembra ormai segnato e non solo per volontà del club di Via Aldo Rossi. Problemi di ambientamento, problemi caratteriali, problemi tattici e la difficoltà di esprimersi al meglio in un ambiente in cui ultimamente non si vince tantissimo. Sono state queste le principali cause del suo scarso rendimento in rossonero a fronte di un investimento che, tra costo del cartellino, bonus e commissioni pagate all’agente, supera i 40 milioni.

Equivoci tattici, Paquetà e una collocazione in campo mai trovata

Parliamoci chiaramente. Lucas Paquetà, allo stato attuale delle cose, rappresenta uno dei flop di mercato più clamorosi degli ultimi tempi e non solo se si guarda esclusivamente in casa Milan. L’investimento oneroso, le aspettative altissime, l’investitura ufficiale di Leonardo che lo ha voluto a tutti i costi e ha convinto il Fondo Elliott a fare uno sforzo economico non indifferente per strapparlo alla folta e illustre concorrenza. Sono tanti i motivi per cui il brasiliano può essere considerato una delle delusioni più cocenti degli ultimi tempi. Eppure l’avvio era stato molto promettente e aveva quasi convinto addetti ai lavori e tifosi che il Milan avesse fatto bingo come in passato con Kakà e Pato, altri due suoi illustri connazionali, prima seguiti e poi scelti dallo stesso Leonardo. Le tante partite da titolare appena sbarcato a Milanello, in cui Gattuso lo impiegava da mezzala, avevano fatto intravedere lampi di una classe sopraffina poi troppo poco mostrata, ma anche abnegazione, sacrificio ed impegno erano state encomiabili. Questo almeno fino a Marzo dello scorso anno, poi il primo infortunio ed il buio totale fino a questa stagione in cui, tra Giampaolo e Pioli, il brasiliano ha trovato sempre meno spazio e offerto prestazioni quasi sempre sconcertanti, per via anche di una giusta collocazione in campo mai davvero trovata.

Tattico o mentale? Qual è la causa principale del flop Paquetà?

Difficoltà a trovare il suo vero ruolo in questo Milan, quindi, con il passaggio ad inizio 2020 al 4-4-2 prima ed al 4-2-3-1 poi, che ha tolto definitivamente spazio ad un calciatore di difficile collocazione. Vero è anche che probabilmente non è mai stato impiegato in quello che sembra essere il suo ruolo, cioè sulla trequarti, in una posizione in cui ha fatto vedere le cose migliori quando giocava al Flamengo. Ma siamo sicuri che la causa principale del suo scarso rendimento sia da ricercare sotto una chiave di lettura tattica? Se così fosse, infatti, non si spiegherebbero le sue buone prestazioni nei primi mesi da mezzala, in cui probabilmente l’entusiasmo dovuto all’arrivo in rossonero e una squadra che da gennaio a marzo vinceva e recuperava posizioni in classifica, hanno fatto la differenza. Dopo il primo infortunio e in un Milan che non sapeva più vincere, sono cominciati ad arrivare i primi mal di pancia, le prestazioni sottotono e qualche comportamento discutibile in campo (l’espulsione con il Bologna del Maggio scorso tanto per citarne uno). Poi i battibecchi a distanza con Giampaolo sul suo essere ‘troppo brasiliano’ e su come stare in campo, le voci sempre più insistenti circa una saudade che non gli ha mai permesso di ambientarsi davvero a Milanello e la richiesta di esclusione dai convocati alla vigilia di Brescia Milan del gennaio scorso per presunti problemi di tachicardia. Nello stesso periodo sembra, infine, che abbia spinto per una cessione che poi non si è concretizzata perché le pretendenti (Juventus e Psg su tutte) non hanno mai approfondito sul serio il discorso. Ora, il destino appare segnato, con l’interesse concreto della Fiorentina e una partenza che sembra ormai inevitabile.

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