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Paolo Maldini dal campo alla scrivania: 53 anni alla difesa di due colori

Spiegare cosa rappresenti Paolo Maldini per un milanista è un compito davvero arduo. Bandiera, simbolo, idolo, capitano se ne potrebbero dire di ogni o forse visto anche cosa ha fatto il padre Cesare è semplicemente la storia del Milan. Oggi sono 53 anni per Paolo, 53 anni che tra campo e scrivania ha passato alla difesa di due colori, con i suoi principi e le sue idee. Auguri Capitano, non sarai più alla guida della squadra sul campo ma anche da un ufficio la tua presenza si fa sentire eccome.

Da capitano a direttore sportivo, la musica non cambia

Non è automatico diventare un grande o bravo dirigente se si è stati un fuoriclasse in campo. Maldini infatti ha avuto l’umiltà di voler imparare che già aveva più anni di esperienza di lui. Una sorta di tirocinio per prendere confidenza con un mondo che a lui era sconosciuto. Dopo 3 anni si può già tracciare un primo bilancio di questa esperienza in società. In 3 anni Paolo ha ottenuto quello che voleva: poter lavorare con le sue idee senza sottostare a nessuno. Di fatti è lui, da capo dell’area tecnica, a gestire tutte le dinamiche di mercato e di costruzione della squadra, risultato? Milan che ritorna in Champions League dopo 7 anni. Non è un caso che la stabilità in dirigenza abbia portato risultati sul campo. Stabilità a cui bisogna aggiungere la competenza, che in ruolo come il suo è fondamentale. Maldini non si è mai sottratto alle responsabilità, né da calciatore tanto meno da dirigente. E’ lui che compra Theo Hernandez per 20 milioni quando nessuno lo conosceva, ed è sempre lui che convince la società a puntare ancora su Zlatan Ibrahimovic. Questo solo per citare due operazioni, ma ci sarebbero quelle di Bennacer, Tomori, Rebic, Saelemaekers ecc.. Per i tifosi Maldini è simbolo di garanzia, di progetto vincente e di amore verso il Milan. I recenti mancati rinnovi di Donnarumma e Calhanoglu sono lì a testimoniarlo, il Milan arriva prima di tutti. Un concetto che in 25 anni Maldini ha fatto suo e che sta applicando anche nelle scelte dirigenziali. Ci sono anche degli errori come l’operazione Mandzukic, ma prendere dei rischi può portare anche a sbagliare. Rischi presi non per ego personale, per dimostrare di essere il più bravo, ma per il bene del Milan. Dal campo alla scrivania la musica non è cambiata, Paolo Maldini è e rimane una garanzia.

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