È sotto gli occhi di tutti, l’impatto che Zlatan Ibrahimovic ha avuto e sta avendo sul Milan è letteralmente devastante. Anche i numeri – nel post lockdown e non solo – sono dalla parte di Zlatan, che domina la scena e non ha intenzione di fermarsi. Sempre al centro dell’attenzione, fuori sì, con i proclami e le autocelebrazioni che lo rendono – a detta di molti – un vero e proprio Dio del calcio, ma soprattutto in campo.
Gol, assist e prestazioni da campione come non se ne vedevano da anni dalle parti di Milanello. Voglia, fame, cattiveria su ogni pallone e su ogni compagno. Un rimprovero di qua, una strigliata di là, come l’ultima – eloquente – a Brahim Diaz a Udine: “Devi dare la palla a me!”. Poche parole ma decise, di un uomo, anzi di un Dio, che per nessun motivo al mondo vuole smettere di stupire. L’esultanza dopo il secondo gol nel derby, quella mano che si apre e si chiude a voler zittire tutti con i fatti. Le parole se le porta via il vento, le parole non hanno mai scalfito Zlatan. “È vecchio”, “Non può essere decisivo”, “Di gol ne farà pochi”, ne ha sentite di tutti i colori – a 40 anni – ed ancora non la smette di far ricredere tutti.
“Mi cacciate dal paradiso, non mi date il Pallone d’Oro? Poco male, io farò di me un semidio che se ne sibila di tutto e farò di voi dei poveracci, dei parvenu che sgomitano per un miserabile feticcio” scrive così il collega Dotto del Corriere dello Sport, e come dargli torto. Come dare torto a Zlatan. Caricarsi sulle spalle una squadra è difficile, caricarsi sulle spalle il Milan ancora di più. La batosta di Bergamo – l’ultima in ordine cronologico – quelle nei derby, l’Europa che manca da anni, tutte cose storte da raddrizzare, alcune riuscite altre ancora da fare. Nuove imprese da compiere. E se qualcuno oggi parla di scudetto – come lui ne aveva parlato tempo fa – il merito non può non essere di Ibra. Anche Pioli lo sa, arrivato nel timido anonimato ed oggi celebrato da tutti, Zlatan gli ha dato una grande mano. Niente oggi è concluso, anzi forse molto deve ancora iniziare. La stagione è e sarà lunghissima ma per questo Milan al momento c’è un solo diktat: “Palla ad Ibra. Sempre e comunque…“.