DONNARUMMA 7 – Compie una gran parata prima che Destro poi ribadisca in rete l’1-0 genoano. Nel finale salva miracolosamente sulla sforbiciata di Scamacca.
CALABRIA 7 – Oltre alla perla rara con la quale trafigge Perin dalla distanza, con cui fa 1-1, è l’unico veramente lucido tra i giocatori di movimento. Decisivo per il gol, ma soprattutto per i salvataggi da ultimo uomo.
KALULU 6 – Il gol all’83’ salva la sua prestazione e il record di imbattibilità in Serie A di Pioli. Poco reattivo sul primo gol di Destro, responsabilissimo in occasione del secondo, in occasione del quale perde contatto con l’ex attaccante rossonero, lasciandolo libero di frustare di testa il pallone del momentaneo 2-1 rossoblù.
DALOT 6 – Non è Hernandez, e questo lo sappiamo. In fase difensiva fa il suo, ma in costruzione si limita al compitino. Supera difficilmente la metà campo e fa sentire la mancanza del concorde francese.
KESSIE 6 – Stanco. Forse il Kessie meno brillante e dominante della stagione, ma avendole giocate praticamente tutte è fisiologico. Anche se non incanta, fa decisamente meglio del più fresco compagno di reparto Tonali.
TONALI 5.5 – Si fa notare più per la disperazione per il gol sbagliato da Hauge (ripresa mentre usciva dal campo) che per le giocate palla al piede. Occasione sprecata: con il collega Bennacer out per infortunio, potrebbe giocarsi meglio le carte per convincere Pioli ad affidarsi a lui (dal 77′, DIAZ 6 – La migliore apparizione delle ultime due settimane. Entra e prova a creare scompiglio nella difesa genoana grazie alla sua tecnica sopraffina nello stretto. Probabilmente andava buttato prima nella mischia).
CASTILLEJO 5.5 – Nel primo tempo è forse il più vivace dei suoi, tanto che Pellegrini fatica a tenerlo e a superarlo quando si affaccia in avanti. Ma come spesso accade, forca e disfa ma combina poco di concreto. Nel secondo tempo si spegne (dal 53′, SAELEMAEKERS 5.5 – L’energia non manca mai, ma questa volta la sfoga nella maniera sbagliata: troppa foga, tanti falli e poca lucidità dalla trequarti in su. Cerca il gol del mercoledì ma viene ribattuto in corner; dall’angolo poi nasce il gol del 2-2 rossonero).
CALHANOGLU 6 – Con Ibra out, la manovra offensiva passa per forza dai suoi piedi, ma quando i colleghi davanti non lo aiutano non può che fare fatica ad illuminare. Sbaglia molti palloni, ne perde altrettanti, ma anche nei minuti finali è l’unico che prova ad inventare.
LEAO 4.5 – Desaparecido. Ci si chiede se abbia recuperato dallo stiramento, perché l’impressione è che in campo cammini e basta. Oggi si cimenta alla perfezione nel “ciondolamento” descritto da Pioli nella conferenza di sabato scorso e non riesce ad incidere, né partendo dalla sinistra, né spostato come terminale offensivo.
REBIC 5.5 – Un’unica fiammata, al 37′. La giocata con la quale si libera di uomini sulla trequarti e si porta davanti a Perin è pregevole, ma sulla coscienza si porta la colpa di non averla concretizzata (a due passi dalla porta). Nel secondo tempo scompare letteralmente e viene sostituito (dal 53′, HAUGE 6 – Rispetto a quanto fatto vedere domenica con il Parma, stasera entra a partita in corsa e si fa vedere. Può addirittura scrivere il suo nome al tabellino, se non fosse che apre troppo il destro).
PIOLI 5.5 – Dopo i tanti complimenti, ora toccano i ceci. Poco comprensibile la perseveranza di tenere Rebic come punta, piuttosto che provare Colombo per permettere al croato di far male dalla sinistra. Così come la scelta di inserire Diaz, contro una difesa molto chiusa come quella del Genoa, solo a 12′ minuti dalla fine. A salvarlo dall’insufficienza grave, la giustificazione (non da poco) dell’assenza di giocatori chiave come Ibra, Kjaer, Bennacer e Theo.
