Adriano Galliani ha rilasciato un’intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport in vista di Monza-Milan, match in programma questa sera allo U-Power Stadium. Una partita che divide il cuore dell’amministratore delegato dei brianzoli, tra passato e presente.
Su Ibrahimovic: “Non parlo del nuovo ruolo di Zlatan, non entro in dinamiche che non mi appartengono. E non voglio parlare dell’Ibra calciatore perché tutti conoscono la sua incredibile carriera. Voglio parlare dell’uomo: un uomo che più generoso non si può. Onesto, leale, sempre disponibile. Un esempio? Se gli chiedo di registrarmi un video di saluto per qualche tifoso in difficoltà che mi esprime questo desiderio, dopo meno di un minuto l’ho ricevuto. Zlatan è una bella persona, penso alla sua umanità: non è passato un giorno senza che facesse visita a Raiola in ospedale“.
Galliani prosegue: “Insieme abbiamo vissuto due anni meravigliosi con un altro scudetto. Nell’estate 2012 Ibra voleva restare al Milan e io lo confortai. Gli dissi che sarebbe rimasto, brindammo a casa mia con una bottiglia di Dom Perignon. C’era anche Mino che come al solito aveva già capito tutto: ‘Tra due mesi ti vende’. Successe solo perché le circostanze non permisero altro. Non mi parlò per due anni, rapporti totalmente interrotti. Pensava lo avessi tradito e non lo accettava. Voleva rimanere al Milan e fu il mio secondo grande rimpianto. Come abbiamo ricucito? Per il motivo che dicevo prima. Ibra è un uomo leale, trasparente anche quando si incazza. E il suo amore per il Milan era troppo grande. Oggi ci sentiamo, messaggiamo, non ha smesso di chiamarmi ‘capo’. Prima della partita staremo insieme io, lui e il presidente Scaroni in una saletta dello stadio: cena con risotto monzese e ossobuco, sul menù ci siamo trovati a metà strada. Messaggio pubblico per lui? Gli dico che lo amo. Io amo Zlatan Ibrahimovic. Punto“.
Il messaggio finale è per Silvio Berlusconi: “È la partita di Silvio Berlusconi, non c’è giorno in cui non lo pensi. Se devo prendere una decisione mi chiedo cosa avrebbe fatto lui al mio posto. E’ stato il mio maestro di vita. Monza e Milan sono le due squadre che ha amato intensamente. A volte mi chiedeva: ‘Come siamo andati?’ e non capivo a quale delle due si riferisse. Dal nostro primo incontro, era il primo novembre 1979, ho visto tante volte i suoi occhi brillare ma due volte più di altre. Il 24 maggio 1989, la prima vittoria del Milan in Coppa Campioni dopo il 4-0 alla Steaua Bucarest. La seconda il 29 maggio 2022 alle 23 e 12, il momento in cui il Monza vince a Pisa e conquista la prima storica Serie A“.