Il mese di dicembre rappresenta inevitabilmente un momento spartiacque nella stagione del Milan. Tre partite già alle spalle – due vittorie in campionato e una delusione agli ottavi di Coppa Italia – e all’orizzonte altre tre, forse quattro, considerando l’eventuale finale di Supercoppa Italiana del 22 dicembre.
Il vero esame è con le “piccole”
La Supercoppa è un pensiero che resta sullo sfondo, ma inevitabile: un titolo da difendere dopo la vittoria da manicomio dello scorso anno. Prima però c’è il compito più immediato e non meno delicato: battere il Sassuolo domenica all’ora di pranzo. Chiusa con solidità la pratica big match, senza neppure una sconfitta nei confronti diretti, il Milan deve ora fare l’ultimo salto: imparare a vincere anche dove soffre di più. Contro le squadre “alla portata”, quelle che sulla carta non dovrebbero rappresentare ostacoli, ma che puntualmente costano energie e punti.

Il monday night di Torino ha riportato a galla i soliti fantasmi: quelli già visti contro Cremonese, Pisa e Parma. Il Milan fatica a imporsi senza soffrire contro le piccole, e il Sassuolo – ottavo e autore fin qui di un grande inizio di stagione – farà di tutto per stoppare il Diavolo a San Siro, scenario non così sconosciuto nell’almanacco del recente passato.
Imparare dagli errori
In questo contesto, una nota positiva: Massimiliano Allegri. Dopo la squalifica, Max riprende il suo posto a bordocampo, lasciandosi alle spalle quelle continue telefonate allo staff dall’Olimpico Grande Torino.
Di fronte a Max, quella voglia di andare in Supercoppa a mente sgombra (o quasi), missione possibile ma soltanto se il Milan saprà tenersi con convinzione, e senza troppe sbavature, la vetta della classifica. L’andatura da crociera – come la definisce Allegri – passa soprattutto da partite come questa. Dopo Torino, il Milan ha davvero imparato dai suoi errori?


