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Occhio alle troppe lodi (improvvise) e al Bologna. Milan, non cadere nel tranello

Nelle ultime settimane, soprattutto durante questa ultima sosta, il clima attorno al Milan è radicalmente cambiato. Sono cambiati soprattutto giudizi e “narrazioni” dell’opinione pubblica. In questi ultimi due anni, nonostante i rossoneri facciano meglio di tutti (o quasi) praticamente dal post lockdown in poi, c’è sempre stato un clima di negazionismo attorno alla squadra di Stefano Pioli, una mancanza di credito alquanto curiosa e una minimizzazione generale di quanto questa squadra conquistava a suon di risultati e di prestazioni sul campo. Si è passati infatti dal: “Sì, è solo il torneo estivo post lockdown, vedremo cosa faranno la prossima stagione”; a: “Gli stadi vuoti gli aiutano, appena si riempiranno si scioglieranno come neve al sole”; a “Vincono solo grazie ai tanti rigori“; fino addirittura al “Senza Donnarumma e Calhanoglu si sono indeboliti parecchio, quest’anno non arrivano nemmeno in Champions“, e via dicendo. Eppure, bastavano occhi più attenti per capire che questo Milan non era più una questione episodica, non era un fuoco di paglia, ma era roba seria che cresceva partita dopo partita e stagione dopo stagione, al netto di qualche fisiologico calo o caduta dovuta ad inesperienza e normale mancanza di maturità. Intoppi e ostacoli che ovviamente potranno ancora presentarsi da qui a fine stagione, potranno, per carità, non portare a vincere subito, ma ormai sembra chiaro a tutti che il progetto Milan, firmato all’unisono e con grande comunione di intenti da proprietà, dirigenza, stai tecnico e giocatori (dai Gordon, a Gazidis, a Maldini, Moncada e Massara, fino ad arrivare a Stefano Pioli) con buona pace degli ultimi scettici rimasti in circolazione, non può che crescere, andare avanti e far togliere ai suoi tifosi parecchie soddisfazioni.

Il Milan e la narrazione cambiata, ora bisogna stare attenti

Milan: Paolo Maldini - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Paolo Maldini – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Ora, però, non bisogna cadere nel tranello. L’inganno di un’opinione pubblica che non ha mai creduto in questa squadra e che ha sempre preferito dare ad altri, e per fortuna, lo scettro dei favoriti non deve farci sentire i più forti, i più belli e con gli occhi azzurri. Prima c’erano la Juventus e l’Inter, poi il Napoli e l’Inter, per passare all’Inter già trionfatrice con largo anticipo della Serie A, fino ad arrivare, ad oggi, e al Milan davanti, scelto come favorito almeno per una classifica migliore. Era fine gennaio, circa due mesi fa, era da poco finito il mercato, l’Inter era in fuga con una partita in meno e aveva puntellato la rosa con Gosens, mentre la Juventus aveva preso Zakaria e messo a segno il super colpo Vlahovic. Eravamo alla vigilia del derby, insomma, e per molti il Milan avrebbe fatto fatica ad arrivare tra le prime quattro. Stessa gente che aspetterà il primo passo falso per cambiare giudizi, opinioni e narrazione e tornare a minimizzare le imprese rossonere. Così, come succede quando si parla di infortuni (per carità, dove sarebbe il Napoli se Osimhen avesse giocato tutte le partite? Peccato, che dimenticano le defezioni continue e senza sosta dei rossoneri), o degli episodi arbitrali (il rigore su Osimhen vale quanto le ingiustizie subite contro Spezia e Udinese?). Pioli deve stare attento. Isolare la squadra da questo “finto” clima di trombe e tromboni pronti a salire sul carro del vincitore, o del favorito di turno, e tenere compatto il gruppo, come ha fatto fin qui, sempre ed in maniera impeccabile. Isolarsi e lavorare, insomma, per continuare ad inseguire e cullare un sogno che nessuno aveva chiesto al Milan, o almeno non così presto, non dopo appena due anni e mezzo dalla nascita dell’attuale progetto, che potrebbe anche restare tale, ma non intaccherebbe di una virgola il grande lavoro e la grande crescita di questo gruppo. D’altronde basti pensare e dare un’occhiata ai vari monte ingaggi complessivi ed al valore di mercato delle rose -almeno delle attuali prime quattro in classifica- secondo alcuni parametri stilati da portali specializzati, per capire e quantificare l’impresa che Pioli, i suoi ragazzi e la dirigenza, stanno compiendo ormai da due anni a questa parte.

Bologna come l’Empoli, le tante insidie di una gara in cui il Milan ha tutto da perdere

Bologna: Sinisa Mihajlovic - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Bologna: Sinisa Mihajlovic – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Il Milan deve continuare per la propria strada, quindi, senza cadere nel tranello della “favorita” e di chi non aspetta altro che una caduta per tornare a parlare di miracolo sportivo e fuoco di paglia. Ora, testa al Bologna in una partita che rappresenta un’insidia enorme, un match in cui il Milan ha tutto da perdere. Un turno sulla carta favorevole – con i big match tra Atalanta e Napoli e Juventus e Inter- che potrebbe rappresentare una svolta ulteriore in un campionato fin qui apertissimo e al cardiopalma. Il Milan deve tenere alta la guardia e scacciare via brutti pensieri e ricordi di un recente passato in cui si è sbagliato proprio sul più bello, proprio quando bisognava accelerare (ricordate Spezia, Salernitana ed Udinese?). Ricordare la gara di appena due turni fa casalinga contro l’Empoli quando, dopo un primo tempo all’arrembaggio e fatto nel verso giusto, la squadra ha sofferto e si è abbassata troppo nel secondo, rischiando di perdere per strada punti importanti. I toscani erano e sono quasi salvi e nel girone di ritorno hanno rallentato, e di parecchio, la loro marcia. Esattamente come il prossimo avversario. Esattamente come quel Bologna che vorrà regalare una prova d’orgoglio al suo allenatore che lunedì’ sera non potrà essere in panchina, caduto di nuovo nell’incubo di cure, ricoveri ed ospedali (Forza grande Sinisa, siamo sicuri che vincerai anche questa ennesima battaglia!). Il Diavolo dalla sua avrà la forza dei 60mila di San Siro, dell’entusiasmo della sua gente e di un gruppo che non deve farsi distogliere dalle campane che, tutto ad un tratto, hanno cominciato a suonare a festa.

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