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Milan, quanto sei umorale: la spinta emotiva che fa la differenza, nel bene e nel male

“Com’è in alto, così è in basso”. Recitava queste parole il famoso videogioco Uncharted nella ricerca di una soluzione da parte del personaggio protagonista in un momento preciso della storia. È proprio come se da questa frase prendesse forma il percorso del Milan di Stefano Pioli, tra alti e bassi, vittorie e sconfitte, la voglia di mangiarsi il mondo prima, quella di sprofondare subito dopo.

Il cammino della squadra rossonera, che si è evoluta e continua a farlo, prosegue come un’onda capace di prendere velocità e traiettorie differenti man mano che il tempo passa. Il Milan, è andato alla seconda sosta Nazionali della stagione in vetta alla classifica, abbastanza clamorosamente. Perché l’Inter, secondo la critica, gli addetti ai lavori e le cifre sugli ingaggi, è tutt’ora (comprensibilmente) la squadra favorita per la vittoria al titolo, nonostante gli ultimissimi scivoloni.

Milan, quanto sei umorale

I ragazzi di Pioli hanno invece reagito, incredibilmente, dopo una batosta (il 5-1 nel derby della Madonnina) che avrebbe verosimilmente messo al tappeto chiunque anche nelle settimane successive. E invece fermi tutti, e rimettiamoci al lavoro. I rossoneri si sono ricompattati, hanno ripreso a fare gruppo e gioco, e dalla gara contro il Newcastle – appena tre giorni dopo il derby – non hanno perso più, anzi, hanno poi vinto tutte le partite successive in campionato (in ordine Verona, Cagliari, Lazio, Genoa).

Roma-Milan: Tommaso Pobega, Pierre Kalulu, Davide Calabria, Theo Hernandez, Rade Krunic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Roma-Milan: Tommaso Pobega, Pierre Kalulu, Davide Calabria, Theo Hernandez, Rade Krunic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Se avessimo una sola opzione di selezionare un termine che si addice al 100% al Milan degli ultimi quattro anni, noi sceglieremmo umorale. Perché il Diavolo ha sempre vissuto le partite, i momenti e i micro-periodi seguendo una precisa spinta emotiva, sia nel bene che nel male. Probabilmente fa tutto parte di quel percorso di crescita, di un gruppo comunque giovane (non soltanto anagraficamente) che vive di folate, sorrisi, rammarico, e voglia di migliorarsi, perché c’è ampio margine per farlo.

E allora proprio come Nathan Drake e quella ricerca della soluzione in Uncharted, il Milan cerca la sua univoca dimensione: “com’è in alto, così è in basso”, prima di raggiungere lo step di crescita successivo.

Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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