Se provassimo a chiedere ad un qualunque tifoso rossonero qual è stata la prima reazione dopo aver letto le formazioni ufficiali del derby, sicuramente troveremmo dei punti di domanda comuni. Perché Leao nelle grinfie di tre centrali? Perché chiedere un lavoro di dribbling e strappi a Musah? Per gran parte della stracittadina son balenati questi dubbi. La risposta? Un esperimento. Dopo cinque ko di fila, Pioli ha pensato di mettere in campo un Milan più conservativo e meno arrembante del solito. Un Milan che, ahimè, non ha mai convinto finché, nella seconda metà, lo stesso Pioli ha dovuto fare retromarcia e tornare al 4-2-3-1. Da lì in poi le cose son migliorate. Leao è tornato a fare il Leao e le trame di gioco son sembrate più riconoscibili. Poi, come in Europa, è mancato qualcosa.
A Torino senza esperimenti
Questo passo falso visto contro l’Inter dev’essere un punto di riflessione. Forse, considerato il momento poco brillante e una condizione mentale non invidiabile, sarebbe meglio lasciar stare qualsiasi tipo di esperimento e affidarsi a quel modulo che accompagna i rossoneri da ormai quasi tutta la gestione Pioli. Al limite, sarebbe buona cosa studiare delle soluzioni alternative all’interno di questo schieramento, così da non snaturare modulo e giocatori. Non possiamo chiedere a Leao di essere Giroud, non possiamo chiedere a Musah di esser Pulisic o Chukwueze. Consegnata la seconda stella all’Inter, l’orgoglio del Milan ora è appeso alla difesa del secondo posto, che può esser messo in cassaforte con tre punti proprio questo sabato.
A Torino con i migliori
Da chi ripartire a Torino? Davanti a Maignan ci sarà gioco forza una difesa inedita. Gabbia-Thiaw e ai loro lati Florenzi e uno tra Musah e Terracciano. A centrocampo i ballottaggi riguarderanno sempre i soliti quattro. Lì davanti è da pensare. Oltre a Leao, è probabile che Pioli continui ad affidarsi a Loftus-Cheek, mentre sulla destra ci son dubbi. L’intuito suggerirebbe Pulisic, ma come si fa a lasciare in panchina un Chukwueze così? Tra derby e la doppia sfida con la Roma il nigeriano è in gran debito di minutaggio e sabato potrebbe recuperarne. Davanti a loro è forse ora di cambiare. Giroud sembra spento e probabilmente con la testa già in America. Okafor e Jovic scalpitano in attesa di una chance. Prove di 2025, dunque. Quel che è certo, è che a Torino serviranno risposte d’orgoglio. Da tutti.