Per avere una grande squadra c’è bisogno di un grande gruppo e per avere un grande gruppo c’è bisogno di grandi uomini. Questi non hanno necessità di parlare troppo, perché sanno parlare anche con dei semplici gesti. Forse Sandro Tonali ancora non fa parte di questa tipologia di persone, o forse sì, ma siamo certi che, con il comportamento avuto nei confronti del Milan, diventerà presto un esempio.
Per quanto agli occhi di una parte della critica possa sembrare un’azione banale, la decisione di tagliarsi una parte di stipendio andrebbe catalogata come una mossa d’altri tempi. Due i messaggi che passano: Sandro non ha paura di mettersi in gioco ed è pronto a tutto pur di continuare la sua avventura con la maglia rossonera per aiutare il club a tornare ai fasti di un tempo, quelli che lui stesso osservava da bambino.
Nessuna paura di mettersi in gioco
La prima annata non è stata molto positiva per tutti i fattori che sono già stati analizzati in maniera esaustiva sotto diversi punti di vista in altre occasioni. I dirigenti rossoneri, consapevoli del valore reale e potenziale del giocatore, si sono comunque seduti al tavolo delle trattative con il Brescia per ridiscutere gli accordi presi nell’estate scorsa. Da sottolineare in tal senso la posizione di Cellino il quale, conscio del momento economico e delle difficoltà riscontrate dal suo ex calciatore, non ha avuto problemi a scendere a compromessi con Maldini e Massara.
Dall’altro lato c’è la maturità di Tonali stesso che ha capito la necessità di mettersi in gioco e venire incontro alle esigenze e richieste del club. Di giocatori che tirano la corda con la società per strappare un contratto più oneroso ce ne sono molti, di questi che accettano di decurtare l’ingaggio per il rendimento avuto, invece, ce ne sono davvero pochi. Questioni di stile, bisogna averlo nel sangue e non è un caso che quello di Sandro sia rossonero.
Tonali e l’amore incondizionato per il Milan
Una dimostrazione di amore incondizionato per il Milan che, di questi tempi, risulta ancora più rara. La volontà di indossare nuovamente la maglia numero 8, quella dell’idolo Gattuso, difendendola e onorandola nell’anno del ritorno a casa, in quella Champions League che vedrà debuttare lui e molti suoi compagni.
Si sta come creando un blocco passionale di giocatori che amano la casacca rossonera. Partendo da Calabria, passando da Tomori, Kjaer e Theo Hernandez, arrivando a Kessie, Tonali e Saelemaekers. Ed è forse meglio che dei giocatori non troppo legati alla causa se ne siano andati. Al di là del giudizio sulla loro scelta, ma solamente pensando al bene del Milan.
Quel bene che il numero 8 ha messo davanti a tutto. “Perché è colpa delle favole se la mia vita adesso è questa”, si presentava così poco meno di un anno fa. La favola lo ha portato all’AC Milan, dove i valori la fanno da padrone e lui lo ha capito nel giro di 10 mesi. E ha solo 21 anni ed un futuro roseo (rossonero) dinanzi.