A gennaio c’era la percezione che la squadra andasse puntellata per poterla rendere maggiormente competitiva nella corsa al quarto posto. Serviva un mediano in più, sopratutto per il lungo stop di Bennacer, poi serviva un vice Ibra perchè già lo svedese si era fermato due volte e nonostante numericamente fossimo coperti, secondo la società era importante portare a casa un centrale difensivo moderno.
In quel momento stava rientrando Gabbia, Kalulu aveva dato buone sensazione nell’adattarsi al ruolo, Kjaer e Romagnoli stavano facendo discretamente bene e in uscita c’erano in bilico le operazioni Duarte-Basaksehir e Musacchio-Lazio. Sembrava in dirittura d’arrivo Simakan, ma complice un problema al ginocchio e l’inserimento del Lipsia, l’affare è sfumato.
Il piano b: Fikayo Tomori
In seconda battuta il Milan aveva tenuto in caldo anche la pista Tomori, ma si sa col Chelsea non è facile trattare e quindi per serrare i tempi il club ha accettato di mantenere la cifra del riscatto piuttosto alta, quei famosi 28,5 milioni che in pochi pensavano sarebbero poi stati esercitati come diritto di riscatto. Poco dopo il suo approdo ha avuto subito minuti e la percezione che potesse esser un giocatore importante si è avuta immediatamente.
Aggressivo, deciso, coraggioso perchè si fida ad attaccare la punta nella sua metàcampo lasciandosi alle spalle 50 metri e forte nell’uno contro uno. Le caratteristiche che una squadra come il Diavolo stava cercando per dar un’impronta ancora più netta alla propria identità di gioco. Quasi perfetto in tandem con Kjaer, ha blindato la porta rossonera, inviolata nelle ultime 5 giornate, con tanto di ciliegina sulla torta rappresnetata dal gol realizzato a Torino con la Juve per il definitivo, quanto prezioso 0-3.
Fikayo è dunque arrivato quasi fosse “di troppo”, un po’ come Theo Hernandez nell’estate dove in rosa c’erano già Rodriguez e Laxalt, e proprio come Theo si è preso la titolarità, dimostrando di esser difensore 2.0. I tifosi del Chelsea in questa settimana hanno rinnovato gli improperi nei confronti della loro proprietà per averlo lasciato andare, restando con Thiago Silva 37enne e compagni di reparto secondo molti, meno all’altezza di Tomori. Tutto questo in un’estate dove peraltro sono campioni d’Europa.
Ma il calcio di oggi è anche questo, e dunque i Blues hanno preferito lasciar partire Fik all’estero per una cifra non esorbitante, piuttosto che massimizzare il profitto ma venderlo ad una diretta concorrente in Premier. Son scelte, strategie, talvota impopolari ma che vanno prese pensando a questioni sportive e di bilancio. Intanto la firma di Oluwafikayomi Oluwadamilola ha reso felici di sicuro tutti i milanisti.