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Quando i giocatori rappresentano un club, Il Club, meglio della proprietà stessa: il caso Milan e la sua spersonalizzazione

Crederci è stato difficile, leggere il modo in cui è stato ufficializzato ancora di più. L’addio di Paolo Maldini e Frederic Massara al Milan è stata una doccia fredda dopo una stagione sulle montagne russe al quale si pensava di aver posto fine con il raggiungimento dell’obiettivo minimo, la Champions League.

Non vogliamo certo entrare nel merito della decisione della società, perché chi decide di investire 1,2 miliardi poi ha anche la facoltà di scegliere quale possa essere l’organizzazione migliore per raggiungere risultati, o per cercare di raggiungerli (differenza a parole minima, nei fatti massima e questi ultimi anni rossoneri lo hanno dimostrato). Vogliamo però entrare nel merito dei modi, brutali (tanto per citare la rappresentazione della vicenda a Casa Milan da parte di un dipendente rimasto anonimo) e assolutamente inappropriati, con i quali questa proprietà abbia deciso di comunicare la separazione. O meglio di ordinarla.

I comunicati incriminati

AC Milan annuncia che Paolo Maldini conclude il suo incarico nel Club, con effetto dal 5 giugno 2023.

Lo ringraziamo per il suo contributo in questi anni, con il ritorno del Milan in Champions League e con la vittoria dello Scudetto nella stagione 2021/22.

Le sue responsabilità saranno assegnate a un gruppo di lavoro integrato che opererà in stretto contatto con il Coach della prima squadra, riportando direttamente all’Amministratore Delegato“.

AC Milan annuncia che Frederic Massara conclude il suo incarico nel Club.

Ringraziamo Ricky per il suo contributo al progetto di crescita del Milan in questi anni“.

I giocatori, da ricordare. La società, da dimenticare.

Il nostro pensiero (e assicuriamo, non solo il nostro) si riassume così: alcun genere di chiusura di rapporto può giustificarne la laconicità comunicativa. A maggior ragione quando si parla di due degli attori principali per quello che il Milan è tornato ad essere oggi: un club rispettato in tutto il mondo, anche per i risultati calcistici (ed economici) dei tempi moderni. Perché il rispetto per questo Brand è sempre rimasto intatto, e così sarà sempre, ma alla storia bisogna abbinare anche la modernità. Una modernità che Paolo Maldini e Frederic Massara hanno portato a modo loro, seguendo le direttive societarie.

La modernità, dobbiamo dire, l’ha portata anche la nuova proprietà con questi comunicati: un tentativo di spersonalizzazione che nulla a che fare con la storia di un club, anzi Il Club, che è secondo in Europa solamente al Real Madrid. Al Real Madrid, ripetiamo: secondo solamente al Real Madrid. Perché sì, il termine migliore per descrivere questo momento storico è “spersonalizzazione”.

Salutare in maniera fredda, distaccata, chi ha letteralmente ricostruito l’immagine di un brand in soli 4 anni. O chi ha “contribuito” a farlo, visto che nel comunicato si tiene a sottolineare il contributo. Quella tanto vituperata riconoscenza di cui si è tanto parlato in questa stagione per questioni sportive, qui è mancata totalmente. Riconoscenza verso quelle figure che hanno “terminato l’incarico nel Club” e che in questi anni ci hanno messo la faccia sempre.

Quella riconoscenza che è ben rappresentata, e qui il Club ha da prendere nota e imparare, dal messaggio di Ismael Bennacer sui propri profili social. Nessuna polemica, tanta lucidità e intelligenza, consapevole del momento che si sta vivendo.

Paolo, Ricky,

Voglio ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per l’AC Milan e per me.

Grazie per la fiducia che mi avete dimostrato nel 2019, aprendomi le porte di questo grande club che è il Milan. Mi avete aiutato a crescere, a svilupparmi.

La vostra passione, disciplina e dedizione per il club ci hanno ispirato e continueranno a farlo, ogni giorno.

Vi auguro il meglio per il futuro“. Questo sì è degno dell’AC Milan.

I risultati arriveranno anche dopo questi addii (come si dice? Le persone passano il Milan resta?), ne siamo certi. Ma al contempo siamo certi che la direzione tracciata a livello comunicativo e storico non è degna della dimensione del club. E se non basta, non conta il nostro giudizio, lasciamo parlare chi se ne intende di più. “Per conservare la storia ai massimi livelli, va tutelata la memoria del passato, quello che è successo con Maldini dimostra una mancanza di cultura storica, di rispetto della tradizione milanista. Se è vero che con la storia non si vince è anche vero che la storia insegna a vincere“. Firmato Carlo Ancelotti.

Paolo Maldini, Frederic Massara e il team manager Milan Andrea Romeo (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Paolo Maldini, Frederic Massara e il team manager Milan Andrea Romeo (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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