Ultimamente sia addetti ai lavori che alcuni tifosi stanno criticando le prestazioni di Olivier Giroud. L’ultima rete è del 9 dicembre, contro l’Atalanta a Bergamo. In seguito sono arrivati comunque assist contro Monza e Salernitana. Inoltre il suo score nel complesso, soprattutto in Serie A è di tutto rispetto: 8 gol e 5 assist in 15 presenze.

Questa prima metà di stagione statisticamente parlando, dunque, è inattaccabile. Tuttavia traspare tra pagelle e qualche mugugno allo stadio, una sorta di insoddisfazione. Risulta difficile però criticare l’attaccante francese, perché per atteggiamento e approccio è spesso inappuntabile.

Il gesto di nervosismo di Lecce, che gli costa il rosso diretto, gli fa saltare di fatto le uniche partite della stagione, pertanto nonostante l’età, nonostante i minuti, nonostante le decine di infortuni muscolari dell’annata rossonera, Oli c’è sempre stato.

È naturale però che il modo di star in campo della squadra sia del tutto disfunzionale per una punta. Il 5-0-5 analizzato e sottolineato da diversi giornali specialmente in questi giorni, annullerebbe le caratteristiche di qualsiasi attaccante.

In particolare modo nelle uscite ad inizio stagione, il grande pregio che ha avuto Giroud è stato quello di riuscir a venir dentro al campo, liberando tanto spazio per gli inserimenti degli esterni offensivi, i quali hanno beneficiato dei suoi movimenti e sponde.

In questa fase invece l’involuzione tecnica e tattica della squadra stanno penalizzando lui più di altri. Non arrivano cross, non c’è manovra e a volte nemmeno gioco. Forse in questi mesi sta pesando il ricordo del rigore sbagliato contro il Dortmund, ma parliamo di un errore dal dischetto nei primi minuti di una gara. Seppur molto importante, non era certo un turning point a ridosso del fischio finale.

Nel complesso quel che sta dando Luka Jovic quando chiamato in causa è tutto sommato qualcosa di buono. Con una gestione oculata questo potrebbe aumentare il rendimento anche dello stesso Oli, che in questi anni non ha mai avuto un cambio alla sua altezza. Ma più di tutto manca il gioco. Senza questo l’ultimo da colpevolizzare è l’attaccante centrale.