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Shevchenko: “La fame di vittoria mi trasformava in un qualcosa di diverso in campo. Sul rigore a Manchester…”

Andriy Shevchenko è stato protagonista della trasmissione 23 in onda su Sky Sport, insieme ai suoi ex compagni di squadra al Milan Alessandro Costacurta e Massimo Ambrosini. Ecco i passi salienti del suo intervento.

Quando sono arrivato ero un ragazzo timido. Billy è stato come un grande fratello nei primi anni al Milan. Non ho mai visto tanti tifosi quanti ne ho visti al ritiro a Milanello“.

Sulla sua trasformazione in campo: “Penso che la fame di vittoria mi trasformava in un qualcosa di diverso in campo. Mi piaceva tantissimo giocare partite importantiDa quando ho iniziato a giocare a calcio ho sempre avuto questo atteggiamento. Appena giocavo avevo fame“.

Sui test atletici a Milanello: “Al Milan sono passati grandi atleti. Mi ricordo di un test di velocità di 40m e ho visto quello che aveva fatto Paolo Maldini a 35/36 anni: correva più forte di tutti“.

Su Rui Costa e Kaka: “Rui e Kaka avevano caratteristiche diverse. Ricky aveva un’accelerazioni di 10/20 metri, poi quando la linea di difesa si fermava aveva la freddezza di guardare a destra e sinistra e scaricava la palla. In quel Milan avevi Pirlo che ti lanciava la palla di 30/40 metri, sui cross arrivavano Cafu e Serginho. Arrivavano tanti palloni, c’era tanta qualità“.

Sulla partita tra Barcellona e Dinamo Kiev, la sua consacrazione con una tripletta: “Io sapevo che c’erano tante squadre che mi stavano seguendo. Solo poi ho parlato con il Milan“.

Su un giocatore che possa assomigliare a lui: “In Italia chi mi assomiglia? Direi Belotti“.

Sull’osservazione del Milan: “La prima partita che ho giocato sapendo di avere osservatori del Milan in tribuna non fu buona. Ma Braida era deciso: voleva acquistarmi“.

Sulla vittoria della Champions a Manchester contro la Juventus: “Anche rivedere ora quelle immagini è un’emozione pazzesca. Questa partita ha cambiato la mia vita, è stata storia del calcio europeo. Ero sicuro su quel rigore, volevo tirarlo. L’unica cosa che mi dicevo mentre aspettavo è: ‘Non cambiare la tua decisione’. Carlo mi aveva indicato per tirare il primo, io gli ho detto che sarei andato a tirare l’ultimo“.

Sulla finale di Istanbul persa contro il Liverpool: “La verità è che ci abbiamo creduto fino alla fine, non è vero che abbiamo mollato. È stata una partita thriller, forse eravamo più nervosi. È pesata tanto quella sconfitta, per un paio di mesi non riuscivo a dormire bene“.

Sul doppio derby di Champions: “Sono state le due partite peggiori a livello emotivo. Si sentiva l’aria pesante 15-20 giorni prima. C’era tanta pressione“.

Sul fantastico gol alla Juventus nel 2001: “Sono stato un po’ fortunato di aver trovato quell’angolo là, ma ho provato a tirare“.

Su Boban ed il ruolo nell’UEFA: “È una garanzia, è un rappresentante di noi ex calciatori che conosce la nostra realtà. Più ci sono questo tipo di figure, meglio è per tutti“.

Sulla Superlega: “Il modo in cui hanno presentato la Superlega non l’ho ben compreso. Secondo me non c’era senso di fare una cosa del genere. C’è già la Champions che è una competizione così bella, che dà possibilità a tutte le nazioni, a tutte le piccole squadre di partecipare, ma anche di vincere“.

Su Juventus-Milan di questa domenica: “Il Milan ha fatto un buon campionato. In questo momento la squadra ha sofferto anche per l’assenza di qualche giocatore, arrivano a fine campionato con un po’ di stanchezza“.

Sui suoi ex compagni, oggi allenatori in Serie A: “Rino sta facendo benissimo, ha avuto un po’ di problemi con i giocatori infortunati. Sta facendo un ottimo campionato. Il primo anno di Andrea non è facile, anche perché la Juventus è in fase di transizione. Pippo ha fatto un buonissimo girone di andata, poi al ritorno è mancato qualche risultato, ma ora c’è lo scontro diretto contro il Cagliari“.

Andriy Shevchenko - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Andriy Shevchenko – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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