È brutto tirare le somme di una stagione al di sotto delle aspettative, nessuno si aspettava che l’obiettivo finale della stagione post Scudetto fosse la qualificazione alla prossima Champions League. Bisogna imparare e crescere per non commettere gli errori di questo stagione calcistica.
Provi invidia?
Una parte di Milano festeggia, l’altra medita. I neroazzurri dopo aver vinto la Supercoppa italiana contro il Milan (3 a 0), hanno vinto il secondo trofeo stagione battendo la Fiorentina nella finale di Coppa Italia. Come se non bastasse, la squadra di Simone Inzaghi si giocherà la finale della massima competizione europea contro il Manchester City di Guardiola, avendo eliminato proprio i rossoneri nella semifinale.

Il confronto con la realtà
Bisogna essere onesti, il Diavolo ha comunque ottenuto dei risultati positivi. Nessuno si aspettava, soprattutto dopo i mesi nefasti di gennaio e marzo, che i rossoneri riuscissero a raggiungere la semifinale di Champions League.
L’annata è stata altalenante, ma ha lasciato delle cicatrici che serviranno, indubbiamente, per un futuro radioso. La dirigenza rossonera dovrà affrontare un mercato estivo con la giusta ferocia e con lungimiranza per dare vita a una rosa competitiva su più fronti.
Tra l’urlo di Munch e la gioia di vivere di Renoir
Nei 64 punti conquistati in 36 partite troviamo la disperazione dei supporters rossoneri che ambivano ad altro. Il celeberrimo dipinto di Munch (L’urlo) rappresenta al meglio la retroguardia rossonera, che ha subìto in Serie A la bellezza di 42 gol e si collega amaramente ai mesi tetri di gennaio e di marzo (0 vittorie nel terzo mese dell’anno).
Dopo la tempesta c’è la quiete ed il dipinto di Renoir (La gioia di vivere) rappresenta la felicità di un team che, in 966 giorni, è passato da giocare per i preliminare di Europa League (contro il Rio Ave) ad essere tra le quattro squadre più forti in Europa.
Nella gioia troviamo la tripletta di Giroud contro la Sampdoria, che dimostra il grande cinismo dell’attaccante e la bellezza della vittoria dell’uomo contro lo scorrere delle lancette. Una stagione atipica che porta dolore e felicità: il Milan ha riscoperto l’imprevedibilità del cambiamento.
