Sembra paradossale ma non lo è. Vincere due gare in casa, prima coppa e poi campionato, ma lasciare solo con un mezzo sorriso i tifosi all’uscita. Non accade a caso e non è un’allucinazione collettiva, anzi a pensarci bene è una reazione razionale.
La grande colpa del Milan in questa stagione è non esser stati in grado come club, di dare una reale aspettativa all’ambiente e provare con tutte le proprie forze ad ottemperare ad essa. Invece quasi da subito si è navigato a vista, e non si è mai avuta la sensazione che il Milan potesse far bene, col piglio della big, per più partite consecutive.
Il problema non è battere ‘solo’ 1-0 l’Empoli a San Siro. Perché a volte serve vincere rischiando poco, gestendo il match andando anche sotto ritmo, sopratutto se in mezzo ad un filotto intenso intervallato da partite ad eliminazione diretta europee, facendo anche turnover. Il problema è non aver idea di quale gara potranno interpretare i rossoneri dopo oltre 40 gare stagionali.
Il ridimensionamento dell’entusiasmo, l’atmosfera calda il giusto e qualche spazio vuoto al Meazza ieri son stati il frutto di un’annata interlocutoria, di passaggio. Forse di crescita per alcuni singoli, ma non come evoluzione nel complesso come squadra. E poco avrebbe cambiato una giornata di sole a Milano, anche perché dopo 20 giorni o quasi di pioggia, qualche sprazzo di blue sky si è visto. Speriamo che dopo tanto penare alla ricerca di una quadra, con la rosa finalmente al completo, si possa vedere qualcosa di compiuto, completo e con un vero obiettivo dichiarato.