Il Milan chiuderà il suo bilancio con un passivo di poco superiore ai 50 milioni di euro. Gigantesco, potrebbe dire qualcuno; vero, senza ombra di dubbio. Ma anche piccolo, piccolissimo se paragonato a quello delle altre società. Che vengono osannate per quello che fanno sul mercato, mentre il Milan no. Vabbè, soprassediamo su questo tema.
Milan, la politica dei rinnovi di contratto che finora sta pagando
Guardiamo i numeri: l’Inter chiude il bilancio con un passivo di 130/140 milioni di euro; la Juventus addirittura con -254 milioni, seguita a ruota da Roma (-200 milioni) e Lazio (-17) tra le altre. La lista potrebbe proseguire, ma fermiamoci qui. Il Milan, invece, ha iniziato la sua politica di risanamento nel 2019, quando l’addio di Yonghong Li (ma perché c’è mai stato? Vabbè, andiamo avanti anche su questo argomento…) lasciò la squadra al Fondo Elliott con un buco di 146 milioni. Oggi, a distanza di tre anni, il passivo si è ridotto quasi di due terzi, segno che la politica rossonera paga. Anche quella di dire addio ai big: perderli a parametro zero? Noi ce lo possiamo permettere, voi no. Pensate al bilancio del Milan se avesse intascato, ad esempio, anche solo 15 milioni di euro dalle possibili cessioni di Donnarumma, Kessie, Calhanoglu e Romagnoli: oggi sarebbe in attivo!

Non vuoi rinnovare? Ciao, vai pure: noi siamo il Milan
E d’altronde Paolo Maldini, nelle sue recenti dichiarazioni, l’ha fatto capire ancora una volta: tutti i rinnovi che non sono arrivati non son giunti semplicemente perché i calciatori non volevano firmare. Ma la società, per quanto possibile, programma ogni passo e non improvvisa mai. E quindi è inutile osannare Marotta che prende Lukaku che prima ha dovuto vendere per coprire il buco di bilancio (che ancora c’è oltretutto); dire brava alla Juventus che ingaggia Di Maria e Pogba e deve gestire un buco da 254 milioni di euro. Sono bravi loro? O siamo bravi noi? Diteci un po’, numeri alla mano.
Il Milan vince, ma nessuno è incedibile
Oggi il Milan vince e risana il bilancio, un sogno per chiunque debba gestire un’azienda. Azienda, quella rossonera, dove non esistono più gli incedibili: «I calciatori più forti vorremmo tenerli, non abbiamo bisogno di cedere, ma gli incedibili non esistono più». Ascoltatelo, Paolo Maldini: le parole le sa mettere sempre al posto giusto nel momento giusto.